Sabato 19 ottobre sarà l’inaugurazione della mostra “100 per Flavio Nicolini. Sondaggi d’archivio sul Cinema e Tv” ad aprire ufficialmente la seconda parte del programma di iniziative organizzate da Comune di Santarcangelo, fondazione FoCuS e biblioteca Baldini – in collaborazione con Comune di Cesenatico e Casa Moretti – per ricordare lo scrittore e autore santarcangiolese a cento anni dalla nascita. Dopo le iniziative dello scorso febbraio dedicate all’esperienza educativa e didattica del Nicolini maestro, i prossimi appuntamenti approfondiranno infatti il suo lavoro di sceneggiatore e scrittore per il cinema e la televisione, con tre incontri e una mostra sui materiali d’archivio custoditi presso l’abitazione di famiglia.
Alle ore 17,30 di sabato 19 ottobre nella galleria Baldini inaugura dunque la mostra documentaria – a cura di Gianfranco Miro Gori in collaborazione con Simonetta Nicolini, figlia di Flavio – con l’incontro “In principio erano il cinema e la didattica: poi fu televisione” condotto dallo stesso Miro Gori in sala Baldini.
Le iniziative proseguiranno poi la settimana successiva con l’incontro “Flavio Nicolini e l’avventura della psicoanalisi” (sabato 23 novembre ore 17,30), a cui interverrà anche Massimo Eusebio che accompagnerà il pubblico in una riflessione sul primo Freud e su alcuni frammenti della miniserie “Il giovane dottor Freud” (1982), scritta per la televisione proprio da Nicolini.
Martedì 26 novembre alle ore 20,30, infine, l’incontro “Viaggio nella memoria e negli affetti tra due amici” con lo psichiatra e scrittore Vittorino Andreoli, che ripercorrerà la sua amicizia con Flavio in dialogo con Simonetta Nicolini.
Tutti gli appuntamenti sono a ingresso libero fino esaurimento posti: si consiglia quindi la prenotazione al numero 0541/356.299 o alla mail [email protected].
Le iniziative proseguiranno poi a Cesenatico, con la mostra – visitabile a Santarcangelo fino a martedì 26 novembre negli orari di apertura della biblioteca – che dal 1° dicembre 2024 fino a fine gennaio 2025 “traslocherà” a Casa Moretti, accompagnata da ulteriori approfondimenti letterari a cura di Manuela Ricci, Orlando Piraccini e Maria Giovanna Lucchi.
Ricordare la morte e la nascita di un autore come Flavio Nicolini è esercizio di memoria, rilettura e riscoperta. Memoria nel ricordare gli sguardi, le parole, gli insegnamenti che ha trasmesso; rilettura di uno spaccato di vita che permette di capire e interpretare un mondo ormai lontano, a volte con nostalgia e curiosità, a volte con stupore; riscoperta nelle giovani generazioni di idee e valori di un autore e della sua opera, nella consapevolezza che per mantenerli è necessario non darli per scontati, ma conoscerli e promuoverli. Flavio Nicolini a Santarcangelo ha lasciato un’impronta chiara e nitida del suo passaggio. Accanto al suo percorso personale che ha attraversato la didattica, il cinema, la televisione e la scrittura, ha contribuito allo sviluppo culturale della sua città: dal “Circal de giudéizi” all’ideazione del Festival nato nel 1971, fino alla costituzione già dal 1964 della biblioteca Baldini, che festeggerà presto cinquant’anni dall’apertura nella storica sede dell’ex magazzino Sali e tabacchi (15 ottobre 1974). Doveroso dunque il ricordo da parte della biblioteca, dopo le iniziative dedicate all’esperienza didattica innovativa che portò Nicolini a realizzare insieme ai suoi alunni il murale all’interno della scuola Pascucci, ripresa e contestualizzata in una tavola rotonda lo scorso febbraio.
Nel clima cinematografico della Santarcangelo del dopoguerra, Flavio Nicolini, organizzando cineforum e frequentando il festival di Venezia, arricchisce la sua cultura filmica. Che è già solida perché coltivata sin dall’infanzia. Il cinema gli urge dentro. Lo convoca. E lui realizza il bellissimo cortometraggio di finzione “La bambola”. Che precede, sia detto en passant, l’esordio di Guerra con “Nasce un campione”. “La bambola”, che nasce come film didattico, in realtà per la padronanza del mezzo e delle sue capacità linguistiche, è un film a tutti gli effetti. Senza aggettivi. Che racchiude in embrione l’originale percorso d’autore di Nicolini. Il quale collabora poi con Petri, Antonioni, Marcello Baldi e realizza notevoli film suoi. Approdato in televisione alla metà degli anni Sessanta, dedica le sue migliori energie alla fiction. È questa la via che persegue per oltre vent’anni offrendo un contributo fondamentale alla costruzione di un modo “italiano” alla televisione. Per una “finzione” che sia anche “educazione”. Com’era in fondo, almeno a me pare, pur se in abbozzo, in principio con “La bambola”.
Gianfranco Miro Gori
«Ho cercato di fare con originalità la mia parte di autore-scrittore di storie e copioni. Spesso mi viene da pensare che il mio vero inizio come narratore sia la fiction televisiva» autobiografia di Flavio Nicolini
Breve bibliografia Dopo essersi diplomato maestro elementare e aver iniziato nel 1942 a insegnare nelle scuole elementari, nel 1955 si laurea in Filosofia all’Università di Bologna con la tesi Questioni di cinema educativo da cui trae un saggio (L’influenza positiva e negativa del cinema sui ragazzi) che nel 1956 vince il primo premio della sezione “Insegnanti ed educatori” della seconda edizione degli “Incontri della Gioventù”. Nei primi anni del dopoguerra dà vita, assieme ai santarcangiolesi Tonino Guerra, Nino Pedretti, Raffaello Baldini, Gianni Fucci e Rina Macrelli, al sodalizio che è oggi noto come E’ circal de giudéizi (Il circolo del giudizio) che anima la vita culturale del paese promuovendo il cinema e la letteratura realista e d’avanguardia, e la poesia dialettale: il gruppo segue con passione i film proiettati nel Cinema Eden cui seguono discussioni concitate fra sostenitori del cinema americano e fautori del neorealismo italiano.
Nel 1952 realizza La bambola (I monelli della domenica), nel 1954 L’addizione sull’insegnamento dell’aritmetica. Tra il 1961 e il 1962 è assistente di Elio Petri ne I giorni contati e, nel 1963, lasciato l’insegnamento, insieme a Tonino Guerra, inizia la collaborazione con Michelangelo Antonioni, realizzando inchieste sulla vita degli operai e su donne affette da nevrosi che confluiranno nell’elaborazione drammatica del film Deserto Rosso in cui è aiuto regista. Tra il 1965 e il 1966, con Ottaviano Jemma e Tonino Guerra scrive per la San Paolo Film la sceneggiatura di due film del ciclo “I grandi condottieri” diretti da Marcello Baldi. La scuola torna al centro dei suoi interessi nel 1968 con Arte per nulla, sull’avventura didattica di Federico Moroni a Bornaccino. Fra il 1967 e il 1979, Nicolini scrive e dirige documentari per il settore “Istruzione” delle Ferrovie dello Stato: Incarrozzamento (1970) vede Gianni Fucci in veste di aiuto regista; per Protezione dei cantieri (1973) l’amico pittore e ceramista Lucio Bernardi realizza alcuni pupazzi in terracotta dipinta. Fra il 1966 e il 1967 ha inizio il suo lavoro come sceneggiatore per la Rai: Cosa per cosa e Vigilia di weekend (1967, con Lucilla Morlacchi), ideati per la serie “Vivere insieme”. Essi aprono la strada a un ventennio di collaborazioni con la televisione pubblica, sceneggiati e telefilm. Si tratta di sceneggiature di carattere storico, altre attente a fatti di cronaca e società, altre ancora considerate oggi classici del genere fantascientifico e fantastico: “una fiction di nuova generazione – come nota Ivano Cipriani – che ha già rotto con la cosiddetta ‘televisione pedagogica’”. L’attività prosegue tra gli anni Ottanta e Novanta con copioni di successo in cui persegue in chiave aggiornata i medesimi filoni. Scrive anche per la radio (Rai) Storia che va storia che viene (Novelle radiofoniche sulla liberazione di Roma), in tredici puntate. Nicolini ripropone, come ha scritto, “il gusto del romanzo storico che reinventa la storia come dramma ed emozione” cimentandosi con generi espressivi e narrativi diversi accomunati dal “gioco fra realtà e fantasia” che caratterizza anche le sue novelle apparse sul periodico «Marie Claire» negli anni Cinquanta.