San Marino. Legge “finanziaria”, seria solo senza alcun confronto: chi governa deve varare provvedimenti efficaci e liberi da devastanti compromessi. E assumersi la responsabilità delle scelte…di Enrico Lazzari

 

Prime “scaramucce” fra maggioranza e opposizione in Consiglio Grande e Generale per la prima lettura del progetto di legge di Bilancio, la cosiddetta “legge finanziaria”. E già, nel Paese, mezza popolazione -almeno fra quella che frequenta e affida i suoi pensieri ai social elettronici- è preoccupata per un nuovo debito da un centinaio di milioni… Un nuovo debito che, per fortuna, non esiste nella legge di bilancio in discussione a Palazzo: in totale i nuovi “bond” statali emessi sono 105 milioni di euro, 50 di, chiamiamolo, “rollover” e 55 per ritirare altrettanto del titolo irrimedibile emesso per coprire la devastazione determinata alle casse di Carisp determinata dalla svalutazione del Cda in carica ai tempi di AdessoSm.

Il centinaio di milioni di euro relativo ai titoli di Stato i prossima emissione, infatti, non è altro che un “rinnovo” dei vecchi titoli scaduti o in scadenza e non va ad aumentare il debito attuale.

Ma, allora, mi chiedo, perchè così tanti sammarinesi sono convinti che questa legge di bilancio, se poi approvata in seconda lettura senza modifiche (cosa peraltro improbabile), determini l’aumento di un centinaio di milioni del debito pubblico? Per la scarsissima qualità di parte dell’informazione sammarinese e per la non efficacia della comunicazione governativa e politica di maggioranza. Ma questa è un’altra storia, che era doveroso, però, evidenziare per riportare la verità dei fatti nell’opinione pubblica altrimenti “traviata” da una diffusa “fake-news”.

La storia che è interessante approfondire oggi, invece, è il dibattito consigliare incentrato sul progetto di legge di bilancio. E, in particolare, sull’argomento primario di questo: la collaborazione fra maggioranza e minoranza nella definizione dei singoli provvedimenti, con le opposizioni impegnate a denunciare la maggioranza e il governo di non considerare le loro istanze e di non riservare, alla stessa minoranza, la giusta attenzione.

Bene! …Se ciò fosse vero! Ma così, alla fine, non sarà, come la storia insegna. Archiviata la prima lettura si consumeranno confronti con le opposizioni, con le categorie economiche, con le parti sociali, con le associazioni, con i circoli privati, con le rappresentanze di tutti i bar paesani, con i gruppi parrocchiali, per finire con i consigli di condominio e così via…

In seconda lettura si approverà il solito “pateracchio” veriegato, il rituale puzzle di tasselli dove neppure uno di questi è capace di incastrarsi con l’altro… Uscirà la solita finanziaria capace di scontentare il minor numero di gruppi e persone ma totalmente inefficace sia per tracciare un percorso serio e concreto di risanamento, sia per imbastire un valido ed efficace progetto di sviluppo…

Seguo, con stima e solidarietà per la maniera in cui fu, a suo tempo, estromesso dalla politica attiva, i pensieri di Emilio Della Balda. Talvolta -anzi, ultimamente, spesso- non li condivido, ma li tengo sempre in considerazione, perchè quelli di uno dei più rappresentativi ex Segretari di Stato -all’epoca si chiamavano Deputati- della sinistra “vera” sammarinese sono i ragionamenti di un “vecchio” -inteso come esperienza politica, amministrativa e di vita- saggio.

Ieri, sulla sua bacheca Facebook ha scritto: “Risanare le finanze pubbliche; pianificare il territorio nell’interesse pubblico; attuare la giustizia sociale e l’equità fiscale; riorganizzare la sanità pubblica; realizzare le riforme strutturali indispensabili, sono azioni politiche impegnative, ma prioritarie”. E ancora: “Raggiungere l’autonomia energetica; portare ogni ordine e grado di scuola alla modernità; puntare alla proprietà della casa per tutte le famiglie; informatizzare la PA; rendere pubblici i ridicoli ed equivoci segreti di stato; riconoscere i diritti e le libertà civili nella laicità dello Stato; riformare il settore finanziario a partire dalla ristrutturazione del sistema bancario e dalla socializzazione della Cassa di Risparmio, sono esigenze assolute non più rinviabili…”.

Invece, a mio parere -che forse sono un po’ più politicamente di area liberale di Della Balda- queste “sue” priorità sono sì importanti, ma perseguibili solo dopo l’attuazione di un serio, “nudo e crudo” piano di sviluppo meramente economico del Paese. Certo, alcune di queste “sue” priorità devono andare di pari passo allo sviluppo, ma in maniera funzionale alla crescita economica e, al contempo, in modi e tempi economicamente sostenibili. Certo, lo sviluppo economico, ad esempio, non può prescindere dalla digitalizzazione della PA (indispensabile per ridurre e semplificare gli iter burocratici, ostacolo ad ogni piano di sviluppo), ma altri punti citati possono diventare sostenibili solo se attuati proporzionalmente all’incremento di risorse determinato dallo sviluppo economico del Paese.

Ecco perché un governo serio, un governo del fare e non del “chiacchierare” ha il dovere -in un momento delicato come è questo per il Titano e la sua economia- di “tirare dritto” per la giusta strada, perseguendo una linea chiara e decisa che faccia dello sviluppo economico, solo dello sviluppo economico, l’unica priorità. Altro che ascoltare le istanze della minoranza, solitamente pressoché incentrate al populismo…

Non bastano le divisioni ideologiche, le diametralmente opposte visioni di questa sorta di “ammucchiata” di governo e maggioranza? Certo, basteranno queste per “annacquare” gli effetti concreti, in termini di sviluppo e risanamento, della legge finanziaria che verrà approvata entro fine anno.

Una classe politica seria, oltre che quello di governare, ha anche il dovere di responsabilizzare l’opinione pubblica, secondo il principio del “buon padre di famiglia” (no, non scriverò anche della “buona madre di famiglia”, dei “buoni genitore 1 e genitore 2” per alimentare quella deriva “woke” che rischia di distruggere la società più del crack economico di una nazione). Il governo sammarinese, la politica nel suo complesso, impari a comunicare con il Paese, facendo capire che solo grazie ad un forte sviluppo economico ci si potrà permettere di mettere in campo tutte quelle “mutue” sociali e quelle innovazioni culturali e ambientalistiche, green per intenderci, che qualcuno vorrebbe varare oggi a debito, nella speranza -sola speranza- che da queste possa poi derivare un ritorno anche economico capace di coprirne i costi ingenti di realizzazione e operatività.

L’Italia, in tal senso, insegna. L’avventata pianificazione, previsione e realizzazione del bonus 110% ha inciso per centinaia di miliardi sui conti pubblici. Si pensi che solo sul bilancio previsionale del prossimo anno i suoi costi incideranno per circa 35 miliardi di euro, dopo aver assorbito ancora di più nel bilancio 2024… 

Spero che questa “finanziaria” sammarinese possa essere modificata, fra la prima e la seconda lettura, essenzialmente dal governo, senza alcun confronto o incontro, se non illustrativo… Che possa essere una legge previsionale di bilancio che punta -pur sostenendo le situazioni di vero, e ribadisco vero, disagio-  realmente e prioritariamente allo sviluppo economico, anche se ciò può poi significare qualche “sacrificio” -sopportabile magari acquistando una Ford Focus o una Vw Polo anziché una Audi A3 che costa il doppio- di famiglie e popolazione in genere.

Spero, anzi, che la chiarezza e la determinazione dei contenuti dia vita ad una legge di bilancio che possa spaccare la maggioranza, magari determinando la perdita di quelle componenti minoritarie che nulla o quasi hanno a che spartire con una politica di ispirazione liberale che è -a mio parere- essenziale per riportare il Titano al benessere diffuso dei decenni ormai dimenticati.

Altro che necessità del confronto!

Enrico Lazzari