San Marino, politica nel caos: sfumata la riunificazione socialista si rinnova la stagione delle ammucchiate inconcludenti … di Enrico Lazzari

Enrico Lazzari

Ho tifato fortemente, nonostante non abbia mai avuto nulla a che spartire con quella visione politica dell’organizzazione statale, per la riunificazione, per il superamento della cronica diaspora socialista e la nascita di quell’aggregazione ideata, fatta, rotta, rifatta e ridistrutta. Ora, salvo non così facili “miracoli” dell’ultima ora, naufragata in maniera definitiva.

Ho tifato per questa seppure embrionale riunificazione perchè la nascita di un secondo polo, di formazione socialista, avrebbe portato la necessaria stabilità e coesione nelle fondamenta di ogni governo “centrista”, isolando al tempo gli estremismi sia di chi è ancora ostaggio della “defunta” ideologia comunista, che di quelle forze populiste e capaci di cavalcare ogni malumore popolare, trasformandolo in una malattia incurabile che, poi, immancabilmente, diffonde metastasi nell’economia e nel benessere della popolazione, attraverso il sintomo dell’aleatorietà, della sterilità di ogni azione di governo.

Il Psd, specie dopo la fusione con Md, poteva essere il fulcro di una aggregazione ampia, capace -quando unita nella scheda elettorale- di superare ampiamente la somma dei seggi di ogni forza politica socialista che la andava ad alimentare. Ma, soprattutto, avrebbe ridefinito i giusti confini di ogni forza politica, oggi contorti al punto di incarnare, sotto lo stesso simbolo, simil-grillini e socialisti, comunisti non pentiti e liberaldemocratici. democratici e nipotini di Stalin

L’Aggregazione socialista avrebbe prima portato stabilità e coesione nell’azione di governo determinando, al contempo, una ritrovata chiarezza fra simboli e schieramenti, poi dato vita ad una alternanza che è la linfa vitale di ogni democrazia in salute. Ma così non è stato…

Oggi la politica sembra ripiombata nel caos e quel partito che era destinato alla spaccatura fra “nostalgici rossi” e moderni liberaldemocratici, sembra diventato il fulcro di una alternativa alla “corazzata” democristiana. Sì, di una alternativa… che non potrà portare nulla di buono al Paese in questo suo delicato momento. Mi spiego meglio…

Se l’aggregazione socialista fosse andata a buon fine avrebbe certamente “arruolato” al suo interno l’ala “liberal” di Libera e il prossimo governo sarebbe quasi sicuramente nato sulle fondamenta di una patto fra socialriformisti e democristiani, magari rafforzato da forze centriste come Motus Liberi o Noi Sammarinesi. Sarebbe stato un governo dove le differenze ideologiche non avrebbero rappresentato un problema, al contrario delle devastanti nostalgie comuniste ancora pesantemente influenti su Libera e dei nuovi populismi di Rete e, seppure in altri termini, di Repubblica Futura.

Sarebbero nati quattro poli, ben identificati e ben riconoscibili:

il “Centro” di Pdcs, Motus Liberi e Noi Sammarinesi;

il “Garofano” di Psd, Md, della componente “democratica” di Libera, di MIS, del PSS e di Elego;

la sinistra post-comunista di parte di Libera e di Demos

il populismo e il dilettantismo politico innalzato a valore politico di Rete.

Hai dimenticato Repubblica Futura, osserverà qualcuno… No. RF sarebbe stato il margine della politica: isolata, quasi “appestata” dopo il disastro del governo AdessoSm di cui era cardine e Libera ha saputo affossare prima della scadenza naturale della legislatura, forse -visti i risultati e la crisi “democratica” registrata- la peggiore del dopoguerra…

L’aggregazione socialista avrebbe riportato chiarezza nello scenario politico, stabilità e concretezza nell’azione di governo nella prima fase, alternanza nella seconda. Ma così non sarà… Ragion per cui, oggi, lo scenario politico sammarinese è quanto mai caotico, confusionario e variegato all’estremo. Sulle prossime schede elettorali gli elettori non troveranno delle coalizioni, ma delle ammucchiate arrabattate. Comunisti, riformisti e socialisti da una parte; ex democristiani e socialisti da un lato; populisti e riformisti dall’altro; impresentabili e post-comunisti sull’altro lato della scheda… Tutti impazienti di ricevere l’invito al “grande ballo” di Via delle Scalette.

Se non altro, il giorno dopo il voto, sarà facile analizzare il voto e risalire alla causa del già prevedibile crollo dell’affluenza…

Già oggi, in politica, sul Titano, regna il caos… Anche interiormente alla corteggiatissima “principessa biancazzurra” (Libera per intenderci), dove tutti sono freneticamente impegnati nel creare la nuova, vasta coalizione… Ma nell’ottica di creare una forza capace di risbattere il “partitone” all’opposizione, in una sua parte, e con il fine di creare una maggioranza di ferro con lo stesso “Partitone” nall’altra…

Così, mentre una parte corteggia Demos, l’altra pone il veto sulla stessa Demos. Sui una cosa, comunque, anche in Libera tutti sembrano d’accordo: il no a Md, o meglio a Federico Pedini, già non gradito neanche al Pdcs… E proprio Pedini -come Denise Bronzetti per Alleanza Riformista– sembra essere la più grande “gatta da pelare” per il Psd, nella ricerca di nuove alleanze o coalizioni.

In ogni caso, mentre il Pdcs sta alla finestra “caldeggiando” la ricomposizione di una nuova Npr. Il Partito Socialista è praticamente intento a definire la data della cerimonia di fidanzamento con Libera, che si trasformerà poi in una sorta di “menage a trois” con l’altrettanto imminente fusione fra lo stesso PSS ed Elego.

Il resto è caos… Tutti con tutti, tutti contro tutti. Salvo miracoli, nella prossima primavera, i sammarinesi si ritroveranno con l’ennesima “ammucchiata” inconcludente al governo del Paese. Ma, credetemi, io sono un inguaribile ottimista e nei miracoli sono portato a sperare…

Enrico Lazzari