Recentemente ho sentito parlare di una proposta per introdurre nelle scuole l’insegnamento della prevenzione della violenza contro le donne.
Personalmente ritengo questa idea un palliativo, simile a sfilate, cortei, fiaccolate, giornate internazionali, scarpe lasciate in piazza o panchine rosse.
A mio avviso queste iniziative non hanno portato a cambiamenti significativi ma hanno solo aumentato la visibilità delle organizzazioni che le promuovono.
Credo fermamente che ci sia una sola soluzione efficace: la pena di morte per chi commette femminicidi. Prendendo ad esempio il caso dell’assassino di Giulia, sono convinto che l’atto sia stato premeditato e per questo meriterebbe senza dubbio questa pena.
Paolo Forcellini