Quanto lavoro c’è dietro al bianco, al giallo, al rosso, al grigio? Basta fare un giro dentro al Colorificio Sammarinese per scoprire quanta imprenditorialità, ricerca, innovazione e quanto ancora c’è dell’antica artigianalità, per capire come un prodotto top di gamma abbia trasformato un marchio sammarinese in un brand internazionale. Parliamo di vernici pensate e realizzate per colorare qualsiasi cosa: dal cemento, al legno, al ferro, al motor sport. Il Colorificio Sammarinese, nato e cresciuto sul confine della Repubblica verso Rimini, un centinaio di dipendenti (tra cui tante donne), compie 80 anni di vita e per celebrare questo compleanno ha fatto ridipingere la facciata dello stabilimento da un grande writer come Basik.
“Le aziende hanno sempre un grande impatto sul territorio” ha spiegato l’Amministratore Delegato Benedetta Masi nella conferenza stampa che ha preceduto l’inaugurazione ufficiale dell’opera. “Per recuperare il loro ruolo, hanno bisogno di talenti. Il lavoro non è solo stipendio, ma è anche qualità e credibilità che si instaura nel tempo”.
“Ci siamo regalati una casa nuova, un nuovo socio, un nuovo progetto di impresa e abbiamo voluto lasciare un’evidenza di questo passaggio” ha continuato, illustrando come l’antico arcobaleno dipinto sul muro visibile dalla Superstrada sia diventato un’opera d’arte. “Sarebbe bellissimo che lo facessero tutte le aziende della Repubblica” richiamando un’altra opera d’arte dello stesso genere realizzata a Faetano. “Il colore è uno strumento potente e può migliorare la vita delle persone”.
Accanto a lei, oltre all’autore, i rappresentanti delle Segreterie all’Industria, al Turismo e Poste, e il direttore delle Poste Sammarinesi Gian Luca Amici per presentare il francobollo appena emesso, che riproduce il murale per la serie postale “Eccellenze Sammarinesi”.
L’opera è veramente iconica: realizzata su una superficie di 250 metri quadri per 15 metri altezza; 60 colori usati, di cui 48 per la realizzazione del cerchio, un’accurata progettazione del ciclo verniciante per la scelta di colori in gradazione tra loro e resistenti alle acque meteoriche. È stata intitolata “Spectrum vitae: Successivo/Complementare” a richiamare i sette colori dello spettro solare, gli stessi dell’arcobaleno e che costituiscono lo spettro base della luce che noi vediamo. Il cerchio è attraversato idealmente da due mani che si incontrano, che sembrano sostenerlo e trasmetterlo allo stesso tempo. C’è una profonda lettura filosofica in questa sequenza di colori che si rincorrono senza soluzione di continuità, perché ciascuno di essi rappresenta una fase della vita umana, in un passato – presente – futuro visti in chiave complementare dinamica, proprio come succede in natura dove gli esseri viventi si riproducono sempre da se stessi. Come fanno questi due mani, interpretate in chiave cubista, che trasmettono un messaggio di connessione e di continuità lungo un percorso continuo di crescita e di collaborazione. Ma anche il fatto che le opere nascono dall’uomo, per essergli utili e per donargli bellezza.
Basik, al secolo Lucio Bolognesi, attivo fin dagli inizi degli Anni Novanta come writer, ha sviluppato il suo stile passando gradualmente dalla vernice spray a una gamma più ampia di mezzi, mescolando elementi del suo background con l’arte medievale e del Rinascimento, ispirandosi poi a movimenti d’avanguardia nell’arte moderna e contemporanea. I suoi ultimi lavori si concentrano soprattutto sui gesti delle mani e traggono origine dalla cultura popolare, dall’immaginario religioso e dal simbolismo. Basik ha esposto a San Francisco, Los Angeles, Londra, Berlino e Milano. Attualmente vive e lavora a Rimini. “Nella genesi di questa rappresentazione – ha spiegato – c’è l’obiettivo di celebrare un anniversario attraverso i valori espressi dal Colorificio Sammarinese, un’idea di lavoro tra artigianalità e tecnica”.
Per i rappresentanti politici presenti all’inaugurazione, c’è qualcosa di più rispetto al significato filologico ed estetico contenuto in quest’opera d’arte. Dice alla gente che sfreccia sulla Superstrada, che la San Marino delle banche non esiste più e che la sua economia sta risorgendo dalle ceneri di un passato che l’ha profondamente segnata. Ma se i Paesi più grandi possono contare sui numeri e sull’estensione, un piccolo Paese come San Marino può puntare solo sulla qualità. Ed è proprio quello che sta facendo.
Angela Venturini