Le indiscrezioni sulle problematiche che affliggono il servizio sanitario pubblico (leggi qui), a 24 ore dalla loro diffusione, assumono contorni meglio definiti e ben definibili. Si conferma che al momento le “emergenze” sono due: una attinente la medicina di base e l’altra la Pediatria dell’Ospedale di Stato. Le quali, ovviamente, vanno ad aggiungersi alle problematiche ormai croniche del sistema sanitario, prima su tutte la scarsissima attrattiva che l’impiego sul Titano esercita sui medici d’oltre confine, allontanati dall’ipotesi di una occupazione nella sanità sammarinese soprattutto da un sistema previdenziale per loro estremamente penalizzante.
E su quest’ultimo aspetto possiamo aprire una breve parentesi, poiché il superamento di questo pesante “deficit”, che poi sembra essere la base della stragrande maggioranza delle problematiche aperte nel concreto -quelle dovute alla scarsità di personale medico-, vede finalmente tutte le parti in causa impegnate in un serrato confronto.
Questa sera, infatti, si terrà l’Assemblea dei Medici, che vedrà l’analisi e la definizione di richieste e proposte concrete da inoltre all’Esecutivo in materia di sistema previdenziale, tema che, non a caso, è il punto cardine dell’odg dei lavori. Sul tavolo finiranno, si deduce, il taglio delle indennità -punto su cui sembra ci sia una prima decisa e chiara apertura governo-, i parametri di rivalutazione dei versamenti e il sistema di calcolo della rivalutazione degli stipendi.
Tematiche, queste, che se modificate a dovere potrebbero ridimensionare se non addirittura cancellare quel “gap” che impedisce, oggi, l’arruolamento sul Titano di camici bianchi italiani, determinando la cronica carenza di personale che, poi, è la base di tante tensioni e disservizi che ricadono sull’utenza.
Detto ciò, torniamo alle due nuove “emergenze” o fronti di tensione del servizio sanitario evidenziate in questi giorni. Partiamo dalla medicina di base. La questione del medico di Chiesanuova (mi scuso, ieri in una sorta di “lapsus” ho scritto Chiesanuova anziché Acquaviva, ndr) è ormai risolta, ma resta una carenza grave ad Acquaviva, i cui cittadini sono da un mese, per la precisione dal 20 ottobre scorso, senza il loro medico di base.
Purtroppo, se dal primo dicembre entrerà quasi sicuramente in servizio un nuovo medico a Murata, coprendo il posto vacante, per Acquaviva i tempi di risoluzione della carenza non sembrano così brevi. Si sarebbe già fatto il concorso e si attenderebbe la nomina del vincitore e che, quindi, lo stesso si presenti. Difficilmente prima del prossimo mese di gennaio i cittadini di Acquaviva potranno ritrovare il loro medico di base.
Nuovi dettagli emergono anche sulle tensioni che avrebbero portato il Primario del reparto di Pediatria dell’Ospedale di Stato a presentare una lettera di dimissioni “in bianco”, ovvero, seppure messe nero su bianco, a limitarsi nuovamente a minacciarle, trovando subito un pronto rigetto, o -che dir si voglia- preannuncio di rigetto.
Alla fine, la situazione sembra meno tesa di quanto poteva sembrare solo poche ore fa. Ma come si è arrivati a cio? Oggi è noto nei dettagli anche questo. Tutto partirebbe da una proposta di rafforzamento dell’organico di Pediatria -di cui la Dott.ssa Laura Viola è Primario- attraverso la convenzione con due medici sammarinesi professionalmente “emigrati” nella sanità italiana nei lontani 2012 e 2017, in uno dei due casi anche in maniera alquanto polemica come si evince scorrendo le cronache giornalistiche dell’epoca.
In pratica, la proposta -non è chiaro se proveniente dalla Segreteria di Stato alla Sanità, dal partito politico che la detiene, il Pdcs appunto, o direttamente dalle due dottoresse- sarebbe quella di riportare sul Titano le due professionalità sammarinesi, a fronte del non rinnovo di un contratto di convenzione in essere -con scadenza 31 dicembre prossimo- con un medico italiano già in forza nelle sale ospedaliere di Pediatria.
Se teoricamente l’arrivo di due professionalità a fronte della partenza di una sembrerebbe un rafforzamento, in realtà ciò non sarebbe tale. Anzi, secondo il Primario, incrementerebbe ulteriormente la carenza di medici nel reparto (criticità tuttora tangibile nonostante il concorso pubblico chiuso lo scorso 12 settembre) visto che il camice bianco in partenza svolge, oltre alle visite specialistiche, anche i turni ospedalieri e la reperibilità, mentre le due nuove figure si limiterebbero soltanto a dedicare alcune ore settimanali alle specialità, senza essere disponibili né per la turnazione e né per la reperibilità.
Da qui la dura opposizione del Primario, arrivato addirittura a minacciare le sue dimissioni ancor prima che la stessa proposta potesse varcare la soglia del Comitato Esecutivo. Ora, tutto sembra destinato a rientrare visto che è volere comune di tutte le parti in causa -anche alla luce della situazione già critica in termini di forza lavoro disponibile- rafforzare il reparto e superare le problematiche di organico già presenti. Del resto, perdere un primario assai titolato come è la dott.ssa Viola, sarebbe un colpo fatale per il servizio di Pediatria, ragion per cui una soluzione va trovata senza alimentare ulteriori tensioni. E, non c’è da dubitarne, si troverà a brevissimo.
Enrico Lazzari