San Marino. Movimento RETE: “Decreto cogenerazione” ovvero come il Governo trasforma un’opportunità in clientelismo

La cogenerazione, in sé per sé, è una cosa positiva. Un impianto di cogenerazione infatti produce energia elettrica e termica a partire da un unico combustibile (il gas naturale) e, quando realizzato con criterio, ha indubbiamente una serie di vantaggi: risparmio energetico, riduzione emissioni inquinanti e di anidride carbonica ecc. Ma questo Governo (o quello che ne è rimasto) riesce a far diventare dannoso e perfino nocivo qualcosa che invece potrebbe essere utile.
Con il Decreto Delegato 135/2023, infatti, si vuole permettere la cogenerazione in territorio, ma un provvedimento così importante e impattante, viene portato senza un alcun tipo di confronto con i cittadini e le forze politiche.
Ad una prima lettura, quello che lascia perplessi sono i contenuti del decreto stesso: se degli aspetti della cogenerazione si parla poco o nulla, i vantaggi per le attività economiche che intendono usufruire della cogenerazione sono ben specificati.
Ecco quindi comparire la possibilità di costruire impianti di dimensioni importanti con tanto di “eventuali” deroghe alla dimensione degli impianti stessi, la possibilità di rivendere l’energia prodotta in surplus ad AASS e l’esenzione dal pagamento della monofase per chi si va ad approvvigionare di gas da fornitori esterni (quindi non da AASS).
Non solo: non si capisce infatti se, come probabile, serviranno nuove infrastrutture per poter alimentare i cogeneratori e, soprattutto, chi nel caso le pagherà. Saranno i privati o, come al solito, AASS a pagare?
Quali saranno inoltre le ripercussioni per il bilancio di AASS? Se la micro cogenerazione è infatti auspicabile per ottimizzare le risorse energetiche delle aziende, riutilizzando ad esempio il vapore o il calore in eccesso, impianti come quelli previsti dal Decreto (la macro cogenerazione) sembra che siano finalizzati a produrre energia che AASS riacquisterà. Così facendo a carico dello stato si potrebbero verificare 3 casi distinti: il mancato guadagno derivante dalla cessazione della vendita di energia elettrica, l’acquisto dell’energia prodotta dalle aziende e, cosa non da poco, il mancato introito della monofase.
Così se da un lato abbiamo politici e Segretari di Stato che sostengono che bisogna mettere fine alle politiche “assistenzialiste” alle famiglie, dall’altro abbiamo quegli stessi politici che sostengono a piè sospinto politiche di detassazione selvaggia e clientelismo a gogo verso imprese, magari a loro, storicamente, vicine.
Ma c’è anche un ulteriore e non meno importante aspetto da considerare. Quale sarà l’impatto di questi macro impianti su ambiente e, soprattutto, popolazione? Tali progetti dovrebbero sempre essere sviluppati in armonia tenendo conto non solo delle esigenze delle aziende ma anche di chi vive quotidianamente il territorio.
Purtroppo le esigenze della comunità vengono sempre per ultime, tranne, ne siamo certi, nei 21 giorni di campagna elettorale vera e propria che verranno. Allora si, per qualche voto in più si sprecheranno impegni e promesse, salvo poi dimenticarsene il giorno dopo le votazioni.

Movimento RETE