San Marino. Massoneria «de noantri»? Don Gabriele Mangiarotti cita Dario Manzaroli

Non è la prima volta che parlo di massoneria, al punto che un amico mi disse una volta: «Smetti di parlarne. Sono io solo in famiglia l’unico non massone!»

Ma mi ha sorpreso quanto Dario Manzaroli scrive, a proposito dell’inverno demografico, qui a San Marino e in generale nel mondo: «Le nostre società hanno alle spalle un’evoluzione millenaria, con radici nella cultura ellenistica, romana, giudaico-cristiana, illuministica e massonica, fino ad arrivare alle attuali democrazie liberali capitalistiche. Non c’è linearità né passaggi scontati tra una fase e l’altra, e i sistemi sociali, la cultura corrente e la mentalità dei singoli ondeggiano e vengono plasmati da determinanti sovrastrutturali, capaci di condizionare (non necessariamente in senso restrittivo o negativo) la nostra vita, il nostro lavoro, il nostro modo di pensare.»

Ricordiamo l’aforisma di Goethe, come riportato da Jostein Gaarder: «Colui che non è in grado di darsi conto di tremila anni rimane al buio e vive alla giornata».

Recuperiamo pure i nostri tremila anni, ma, per favore, non dimentichiamo gli aspetti di questa storia, aspetti a volte drammatici, anche per i cristiani, se Papa s. Giovanni Paolo II ha voluto chiedere a tutta la Chiesa una richiesta di perdono: «Confessiamo, a maggior ragione, le nostre responsabilità di cristiani per i mali di oggi. Dinanzi all’ateismo, all’indifferenza religiosa, al secolarismo, al relativismo etico, alle violazioni del diritto alla vita, al disinteresse verso la povertà di molti Paesi, non possiamo non chiederci quali sono le nostre responsabilità.

Per la parte che ciascuno di noi, con i suoi comportamenti, ha avuto in questi mali, contribuendo a deturpare il volto della Chiesa, chiediamo umilmente perdono.»

 

È il realismo della fede. Ma allora chiediamoci pure quali sono gli aspetti drammatici della massoneria, che sarebbe, insieme ad altre componenti, all’origine della nostra identità.

«In un libro sul sapere e sulla conoscenza massonica il massone Pierre Vaida (membro della Grande Loge de France e titolare degli Alti Gradi del Rito Scozzese Antico e Accettato) illustra chiaramente i concetti fondamentali della “filosofia” massonica, soggettivista e gnostica: il Libero Muratore trova dentro di sé la Luce, la Trascendenza, la Verità… Il Libero Muratore si pone oltre i dogmi… La Massoneria offre una spiritualità senza dogmi… La Massoneria mira alla trasformazione profonda e interiore dell’Adepto…

L’accesso del massone alla Verità avviene senza mediazioni dogmatiche o religiose o sacerdotali, bensì avviene direttamente tramite la Gnosi (Conoscenza) massonica… Il Grande Architetto dell’Universo non è il Dio personale… La Massoneria vuol far accedere gli Iniziati a Verità non accessibili ai non-massoni…». (Paolo Siano, Un manuale per conoscere la Massoneria, p. 38)

In data 16 luglio 2009, un sito massonico ha pubblicato un articolo di Emilio Servadio (33° grado RSAA) il quale (nel 1974) ha scritto un oggettivo elogio esoterico al Diavolo: “il Diavolo quale amico con cui dialogare, il Diavolo quale strumento che ci trasforma, ci perfeziona, ci fa giungere all’Uno, alla liberazione dalla dualità… Occorre riconvertire il Diavolo in Lucifero…”»

 

Saranno pure diversi dai nostri amici massoni, ce lo auguriamo, ma forse prendere le distanze da queste affermazioni dovrebbe essere un impegno di verità e di chiarezza.

 

Dialogo, per noi, non significa relativismo né rinuncia alla verità.

 

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Forse quello che è più necessario tra noi è la capacità di confronto e di rispetto. E qui, non possiamo tacere, dobbiamo il rispetto anche ai nostri ragazzi, che non possono essere oggetto di manipolazioni e di indottrinamento. La Chiesa chiede, per fare il catechismo ai piccoli, che i genitori se ne prendano responsabilità, concretamente e fattivamente. Ci stupisce che organismi della nostra Repubblica diano il patrocinio a iniziative rivolte ai piccoli che sono nel cartellone del Summer Gay Pride di Rimini. L’ideologia omosessualista e transessualista non ci appartiene e non fa parte della nostra storia e identità (forse neppure illuministica o massonica) e non può essere contrabbandata agli innocenti.

Qui vale il detto di Gesù su chi scandalizza i piccoli.

Non abbiamo bisogno di Lucifero, di spettacoli che ci dicano che si nasce in corpi sbagliati, di ideologie violente e falsificanti.

Non tremila, ma almeno 1725 anni di storia ci chiedono un modo più autentico di convivenza civile. La terra della libertà non è terra del libertinismo.

 

don Gabriele Mangiarotti