Non arrivano solo notizie allarmanti dal fronte della sanità pubblica, passata dai livelli di eccellenza degli anni Duemila alle pressanti e croniche criticità attuali che si ripercuotono sulla qualità del servizio e, quindi, sull’efficacia ed efficienza del servizio fornito all’utenza. Oggi registriamo, finalmente, una buona notizia…
La convenzione in essere con il dott.Salvatore Calabretta, attivata il 21 novembre dello scorso anno con delibera n.17 del Congresso di Stato -quando alla guida della Segreteria di Stato alla Sanità c’era ancora il ministro Roberto Ciavatta (Rete)– è in via di risoluzione. Tutti i dettagli per l’interruzione dell’onerosa collaborazione sembrano definiti e mancherebbe soltanto la relativa delibera.
Ben inteso, non è in ballo la professionalità o la competenza del professionista italiano scelto -pare- dal duo Bevere-Ciavatta per presiedere il Nucleo di Valutazione, istituito per valutare le performance cliniche e comportamentali e il raggiungimento degli obiettivi da parte del personale in servizio all’ISS. In ballo, ovvero al centro di sonore critiche -peraltro sensate se si raffronta il compenso sammarinese con quello che, in precedenza, lo stesso professionista percepiva dall’Ast di Pesaro e Urbino per la stessa nomina- c’era sia il contratto del dott. Calabretta che i circa 350mila euro totali rappresentati dai compensi dell’intero Nucleo di Valutazione in un triennio.
Ma vediamo i numeri, ovvero quanto risparmierà, ogni anno, l’ISS grazie alla rescissione del contratto in essere con l’attuale presidente del Nucleo di Valutazione. La “convenzione” stipulata quando la politica sanitaria era in mano a Rete, infatti, prevede un compenso pari a 60.000 euro annui (al lordo delle ritenute di legge) e un rimborso spese mensile per trasporti, vitto e alloggio fino ad un massimo mensile di 1.000 euro, ovvero di un massimo di ulteriori 12.000 euro annui che portano l’esborso dalle casse pubbliche a 72.000 euro annui. Rescindere il contratto oggi, quindi, comporterà per le casse ISS un risparmio fino a 144.000€.
Ma quanto percepiva il dott. Calabretta quale presidente dell’Organismo Indipendente di valutazione (OIV) dell’Azienda Ospedaliera Ospedali Riuniti Marche Nord dell’Ast di Pesaro e Urbino, interrotto per assumere l’incarico in Repubblica nel neonato Nucleo di Valutazione? La risposta arriva direttamente dal sito ufficiale dell’ente italiano: 7.000 euro lordi all’anno… Circa un decimo del costo sammarinese. Certo, la convenzione prevedeva una presenza importante del professionista in Repubblica, ma la differenza abissale del costo per le casse Iss appare ugualmente enorme. E, ovviamente, difficile ascrivere la responsabilità di ciò al professionista (chiunque cambi incarico professionale lo naturalmente fa per massimizzare i suoi profitti), ma impossibile non ipotizzare una scarsa attenzione nella gestione economica sanitaria (politica e gestionale) di quel periodo.
Oggi, fortunatamente -e anche grazie alla disponibilità dimostrata dal professionista- quel contratto è in via di risoluzione… La speranza è che, in altrettanto breve tempo, si arrivi a stessa sorte per gli altri due contratti in essere per lo stesso organo di controllo istituito un anno fa e -secondo indiscrezioni raccolte in ambienti sanitari- parrebbe mai realmente operativo in questi suoi primi mesi di attività. Parrebbe mai efficacemente operativo ma, si deduce visti i contratti in essere, quanto mai costoso.
Serve un Nucleo di Valutazione nella sanità sammarinese? Visto che esiste in tutte le realtà complesse è facile concludere che serva e che vada quindi reso realmente operativo. Ma serve un nucleo di valutazione che costa oltre 100.000 euro annui di soli compensi e rimborsi ai suoi membri, come è oggi sul Titano? Anche qui, visto il costo dell’OIV pesarese (una ventina di mila euro annui), la risposta appare ovvia: no!
Quindi, chiusa l’era-Ciavatta per la sanità pubblica sammarinese, anche questo organo di controllo va totalmente ridefinito, se non altro nei compensi dei suoi membri e, al tempo stesso, dotandolo degli strumenti necessari alla sua operatività (cosa che ancora oggi non sarebbe) e ricostituendolo con membri remunerati con compensi in linea con quanto accade nella vicina sanità pesarese.
Enrico Lazzari