San Marino. Dentro il rinvio a giudizio della “Cricca”. Il Giudice Buriani “assicurò protezione” giudiziaria ai sodali dell’associazione a delinquere… Poi Repubblica Futura “difese” con decisione lui… di Enrico Lazzari

Enrico Lazzari

Presunta sto c**o. Dove sono i soldi?” E’ questo il commento che un “amico” -in replica alla notizia del rinvio a giudizio di 13 membri della cosiddetta “Cricca” (leggi qui) con l’accusa di associazione a delinquere- ha affidato a Facebook… E, se appare comprensibile la seconda parte (dove sono finiti i soldi?) la cui risposta è ormai “bruciati” e in larga parte irrecuperabili, su quel non accettare che anche i 13 rinviati a giudizio sono e vanno considerati, fino a sentenza definitiva contraria, dei presunti innocenti, merita un doveroso, quanto semplice e breve, approfondimento.

L’essere indagati, l’essere rinviati a giudizio non significa essere poi giuridicamente colpevoli. Le cronache sono piene di anche illustri personaggi prima indagati, magari addirittura incarcerati cautelarmente, rinviati a giudizio e poi assolti “per non aver commesso il fatto”. Evitando di tornare sul Mazzini (dove tutti gli imputati eccellenti sono poi stati assolti “perchè il fatto non costituisce reato” o perchè “il fatto non sussiste” o prosciolti nella sentenza definitiva) voglio ricordarvi i numeri dell’indagine delle indagini: l’italiana Mani Pulite. Gli indagati furono 2.565 ma di questi 544 (oltre 1 su 5) vennero assolti con formula piena e un altro quinto del totale degli inquisiti venne prosciolto. Ciò significa che oltre il 40% degli indagati non fu riconosciuto colpevole. Ma, nel frattempo, ebbe la vita rovinata e i suicidi furono molteplici. E non dimentichiamo, inoltre, il caso Tortora…

Ecco perchè è doveroso -e sarebbe dovuto esserlo anche ai tempi del Mazzini, quando invece assistemmo alla vergognosa e incivile “manifestazione delle arance” promossa da Rete sotto le celle dei Cappuccini di due indagati “gettati” in custodia cautelare da una indagine del Giudice Buriani, poi assolti e/o prosciolti- ritenere anche i 13 rinviati a giudizio dei presunti innocenti. Almeno fino a sentenza definitiva e contraria.

Premesso ciò, torniamo agli atti di accusa verso la presunta associazione criminale che dovranno essere approfonditi, verificati, provati in un prossimo processo pubblico. Se ieri (leggi qui) abbiamo approfondito il ruolo e i fatti imputati all’ex Direttore di Generale di Banca Centrale di San Marino, Roberto Moretti, la cui nomina fu avallata in Consiglio Grande e Generale con il voto di 32 consiglieri di Repubblica Futura, SSD e Civico 10, nonostante la ferma opposizione della minoranza che addirittura contestò la legittimità dell’atto, oggi affrontiamo uno dei capitoli più delicati del decreto di rinvio a giudizio di Daniele Guidi, Francesco Confuorti, Marino Grandoni e del Commissario della Legge Alberto Buriani, lo stesso che istruì le indagini del Mazzini e di altri casi che, insieme, spazzarono via una intera classe dirigente, aprendo di fatto la strada verso il potere di nuovi “potenti”, gli stessi che -almeno per quanto dato a sapere- non fecero nulla di efficace per fermare o almeno complicare la scalata della “Cricca” verso i posti di potere poi conquistati.

E proprio il ruolo nell’associazione criminale e i fatti contestati -come ricostruito negli atti di rinvio a giudizio dal Commissario Elisa Beccari– al Commissario della Legge Buriani, oggi sospeso, sono il tema che andremo ad approfondire, cercando anche in questo caso di capire se la sua azione indicata dall’accusa come funzionale ad interessi diversi dalla persecuzione della Giustizia, sia stato possibile metterla in campo senza complicità o pesanti responsabilità politiche, quest’ultime ricostruibili e individuabili solo grazie ad una Commissione Parlamentare di inchiesta che, però, quasi nessuno sembra volere in Consiglio Grande e Generale.

Alberto Buriani -si legge nell’atto giudiziario- in qualità di collaboratore ed esecutore dell’associazione a delinquere, legato a Grandoni e Guidi, con cui condivideva rapporto di amicizia, partecipava direttamente al sodalizio criminoso, assicurando la protezione derivante dal suo ruolo di Commissario della Legge”.

Nel concreto, lo stesso Commissario della Legge, avrebbe prestato indebiti consigli strategici a Grandoni e Guidi finalizzati a “reagire ai rilievi mossi a Banca Partner dall’autorità di vigilanza” bancaria e finanziaria di Bcsm; si sarebbe interposto “al fine di sterilizzare eventuali tentativi di intralciare le operazioni del sodalizio abusando” -anche grazie ad “esposti e denunce fattegli pervenire da altri membri del sodalizio”, o “valendosi di esposti anonimi”, come nel caso dell’indagine sulla Presidente di Bcsm Catia Tomasetti e dell’On. Sandro Gozi (leggi qui) che gli è costata una condanna in primo grado per abuso di autorità e tentata concussione- “delle proprie funzioni giurisdizionali”, tanto che “si ingeriva, a questo fine, indebitamente, in fascicoli” di indagine “gestiti da altri Commissari della Legge ed il cui esito pareva funzionale agli interessi dell’associazione”.

In concreto, “archiviava, de plano, esposti ed atti recanti notizia criminis concernenti condotte ascrivibili ai membri dell’associazione”, nonostante questi fascicoli non fossero di sua competenza, come sarebbe accaduto sull’indagine “per corruzione n.438/2018 RNR a carico di Marino Grandoni”.

Inoltre, sempre secondo quanto ricostruito dall’accusa del Giudice Beccari e da una sentenza di primo grado già emessa, Buriani nel suo ruolo di Commissario della Legge, “esercitava, tramite indagini, pressioni al fine di orientare le decisioni degli organi presi di mira”, come nel caso della Presidente Bcsm ai tempi della tentata cessione a Stratos delle quote di Banca Cis, o “facendo capire agli interlocutori di attenzionare soggetti che, in quel momento, avevano assunto o dovevano assumere decisioni potenzialmente pregiudizievoli degli interessi del sodalizio”, come nel caso di alti funzionari di Banca Centrale o Vigilanza.

Ma il fatto più eloquente, compromettente, sembra essere proprio la sua azione condotta ai danni della Tomasetti, del vertice di Bcsm, la quale si è rivelata fin da subito -e al contrario di chi l’ha preceduta, mi viene da aggiungere- per nulla accomodante verso gli interessi della “Cricca”. Buriani, infatti, scrive il Giudice Beccari, “si interponeva affinché Tomasetti autorizzasse la vendita di Banca Cis a Stratos palesandogli, tramite” l’ex Segretario di Stato alle Finanze del Governo AdessoSM (condannato in primo grado per tentata concussione proprio in seguito a questi fatti) Simone “Celli (né indagato, né rinviato a giudizio in questa indagine; ndr), la possibilità di chiudere bene il procedimento penale avviato nelle more della pendenza di tale istanza autorizzativa”. In parole semplici, è il senso, avrebbe palesato alla Tomasetti, all’epoca indagata con l’On.Gozi, tramite Celli, che se Bcsm avesse dato il via libera alla vendita di Cis a Stratos, l’indagine che la vedeva coinvolta sarebbe stata archivata.

Infine, Buriani, avrebbe fornito “false dichiarazioni atte ad occultare la sua conoscenza degli appartenenti al sodalizio allo scopo di mantenere una apparenza di terzietà e poter continuare a servire gli scopi associativi” e avrebbe dato “indebitamente indicazioni a soggetti terzi (Gianfilippo Dughera)” per poter indagare su denunce “contro funzionari di Banca Centrale, così da poter asservire gli interessi dell’associazione incutendo timore ai soggetti indicati”.

Vi sembra possibile riuscire ad assoggettare agli interessi privati di un “sodalizio criminale” l’amministrazione della Giustizia, perdipiù nel Paese che si fregia di essere la più antica democrazia del mondo, senza che la componente politica al potere, o almeno piccola parte di essa, metta in campo azioni per fermare questa deriva del Diritto? No… A mio parere, no! A meno che chi poteva fermarla fosse stato del tutto inadeguato a ricoprire il delicato compito dirigenziale che rivestiva… Ma, almeno alla luce degli atti giudiziari, visto che nessun politico della maggioranza AdessoSm o della minoranza a quel governo -per quanto dato a sapere- è fra i rinviati a giudizio o gli indagati di questa associazione a delinquere, dobbiamo credere di sì…

Ma, non sono tutti i a crederlo. Chi non lo crede sembra essere Matteo Zeppa (Rete), che poche ore fa in consiglio ha accusato: “Correva il 26 novembre 2017 -ha detto- quando 25 consiglieri dell’opposizione sottoscrissero in maniera convinta e coesa”, la denuncia che era in corso “un colpo di stato che prevedeva la scientifica conquista totale di tutti i ruoli apicali, politici, amministrativi, finanziari e del mondo della Giustizia sammarinese…” (clicca qui per ascoltare il suo intervento integrale). Denuncia, esposto contro cui la maggioranza AdessoSm si dimostrò altrettanto coesa e convinta, ignorandone in toto i contenuti e rinunciando a fermare sul nascere il piano criminale che, poi -semplice coincidenza?- raggiunse il suo massimo compimento proprio negli anni del governo AdessoSm, composto da Repubblica Futura, C10 e SSD, determinando danni ingentissimi per la Repubblica che i sammarinesi ancora oggi sono chiamati a pagare.

Ma torniamo al Giudice Buriani… La sua azione, a un certo punto, venne contrastata dalla politica, ma un partito in particolare (assumendo una posizione politicamente legittima, ovviamente) non lesinò sforzi nella difesa del Giudice Buriani. Parlo di Repubblica Futura che, ad esempio, il 21 giugno 2021 titolò così un suo comunicato stampa (leggi qui): “Sindacato a Buriani: procedimento grottesco”.

Ma già prima, l’11 settembre 2020, sempre in un comunicato stampa, RF scriveva: “Martedì, verrebbe da dire, ‘buona la prima’: sette membri politici della commissione giustizia hanno ritenuto che l’esposto di Catia Tomasetti, votato in Assemblea dei soci di Banca Centrale dal Segretario di Stato Roberto Ciavatta, e l’esposto di Stefano Ercolani, redatto da Gian Nicola Berti, fossero sufficienti per sottoporre il Commissario Buriani a sindacato, che, come noto, può portare al licenziamento da Magistrato”.

E ancora, nel medesimo comunicato: “Una indagata da Buriani, poi archiviata (Tomasetti), un rinviato a giudizio da Buriani (Ciavatta…), un altro rinviato a giudizio da Buriani ed il suo fido avvocato-consigliere (Ercolani e Berti), hanno determinato il fatto che Buriani debba essere processato”.

Ora, alla luce degli ultimi sviluppi che interessano il Giudice Alberto Buriani, sono il solo a chiedermi -e a chiedere ai diretti interessati di ricordarmelo, se avessero già risposto- perchè Repubblica Futura -ma non solo, se memoria non mi tradisce anche Luca Boschi oggi di Libera difese fortemente Buriani in Consiglio Giudiziario (mi perdonerà se la mia memoria avesse fatto “cilecca”)… Perchè, dicevo, Repubblica Futura era così “preoccupata” di un eventuale allontamento o sospensione di quel Commissario della Legge dal Tribunale di San Marino?

(continua…)

Enrico Lazzari

ARTICOLI CORRELATI

16 ottobre 2024 – San Marino. “Cricca”, ovvero associazione criminale  “a danno dello Stato”, operante “mediante fondi pubblici” e capace di asservire la Giustizia. Ma nessun politico sarebbe responsabile o sodale