San Marino. Consiglio Grande e Generale, sessione 25-26-27-28-29 novembre Mercoledì 27 novembre, pomeriggio by Askanews

Concluso il dibattito sul comma 24, i lavori del Consiglio Grande e Generale ripartono da dove erano stati sospesi nella seduta serale di lunedì, ovvero dal comma 17. Si tratta del Progetto di legge per il “Recepimento e attuazione del regolamento (CE) n.1082/2006, come modificato dal Regolamento (UE) n.1302/2013, relativo a un Gruppo Europeo di Cooperazione Territoriale (GECT)”.

Al comma 18 viene affrontato il Progetto di Legge “Disciplina dei contrassegni “Made in San Marino” e “100% Made in San Marino” e Registro delle “Botteghe Storiche”, presentato da Alleanza Riformista, Partito dei Socialisti e dei Democratici, Partito Democratico Cristiano Sammarinese, Libera/PS e Domani Motus Liberi. 

Relaziona il Segretario di Stato Alessandro Bevitori: “Il progetto di legge disciplina i contrassegni “Made in San Marino” e “100% Made in San Marino” ed istituisce il Registro delle “Botteghe Storiche” al fine di valorizzare e tutelare i prodotti della Repubblica di San Marino e far conoscere, oltre all’origine, l’esclusività e l’eccellenza sammarinesi. Agli articoli 2 e 3 sono delineati i requisiti per ottenere i contrassegni: il “Made in San Marino” è il contrassegno che viene concesso, ai beni alla cui produzione contribuiscono due o più paesi o territori, se l’ultima trasformazione e lavorazione sostanziale avviene nel territorio dello Stato sammarinese, ovvero, che abbia come risultato un prodotto nuovo, con composizione e proprietà specifiche che prima di tale lavorazione non possedeva, ed economicamente giustificata quindi che comporti un aumento di valore. Il marchio “100% Made in San Marino” è concesso se il prodotto è realizzato interamente a San Marino, ovvero, il disegno, la progettazione, la lavorazione ed il confezionamento sono compiuti esclusivamente sul territorio sammarinese. Viene precisato, al comma 3 dell’articolo 3, che per i prodotti agroalimentari è necessario che le materie prime siano originarie nel territorio sammarinese. All’articolo 4 viene istituito lo status di Bottega Storica al fine di promuovere la conoscenza e la valorizzazione delle attività commerciali ed artigianali aventi valore storico, artistico, architettonico ed ambientale, che costituiscono testimonianza della storia, dell’arte, della cultura e della tradizione imprenditoriale e mercatale sammarinese. L’obiettivo è quello di volersi orientare sempre più verso la conservazione del patrimonio e il riconoscimento e la salvaguardia del suo valore culturale ed economico”. 

Interviene Giuseppe Morganti (Libera): “E’ un provvedimento che avrà necessità di approfondimenti da parte dell’Aula consiliare e da parte della Commissione anche interpellando esperti in materia. Ci sono prodotti che vengono spacciati per sammarinesi e che di sammarinese non hanno nemmeno l’involucro. Contemporaneamente bisogna stare molto attenti affinché gli enti certificatori possano valutare i requisiti in modo corretto. Questa cosa non può essere data nelle mani di privati, perché altrimenti ci sarebbe un’immediata incompatibilità. Dunque sarà opportuno che questo lavoro venga svolto nel settore pubblico”. Il dibattito prosegue con l’intervento di Michele Muratori (Libera): “Abbiamo una realtà ridotta, ma molto attrattiva per i Paesi limitrofi. Abbiamo eccellenze nella produzione ad esempio enologica, e nei prodotti della terra. Spesso ci ritroviamo con prodotti che vengono da fuori e che per una questione di impacchettamento potevano godere del marchio. Questo è un passaggio importante per tutelare la nostra produzione interna”. Aggiunge Milena Gasperoni (PSD): “Appoggio l’idea dell’introduzione delle botteghe storiche. E’ un sistema che c’è anche in Italia. Per i vari contrassegni previsti, Made in San Marino e 100% Made in San Marino e altri ancora, io credo che questo crei una grande confusione nel consumatore. Io credo che il contrassegno debba essere unico o univoco. Inoltre non è stata abrogata la legge sul marchio di origine e tipicità. L’idea è giusta, ma credo sia necessario fare ordine e chiarezza”. “Questo Pdl nasce attraverso la presentazione di un decreto che ha avuto un lungo evolversi anche con un certo dispiacere – puntualizza Michela Pelliccioni (D-ML) -. Abbiamo avuto l’impressione che si fossero messi nel mezzo interessi personali, di bottega, che hanno rallentato i lavori. Quanto ad alcuni dubbi sollevati sulle differenti tipologie di marchio, la risposta la dà il territorio: in una realtà così piccola si pongono delle problematiche relative al reperimento delle materie prime. Per questo è stata inserita la specifica distinzione per rendere concorrenziale la previsione normativa. Si va a rafforzare l’identità dei prodotti made in San Marino, favorendo anche la consapevolezza delle opportunità connesse. Io credo che si possa ragionare ad un ampliamento del testo normativo pensando alla proprietà intellettuale”. Spazio a Maria Luisa Berti (AR): “Non solo c’è un’esigenza di riconoscimento della sammarinesità ad un determinato prodotto, ma anche di utilizzare quel prodotto come strumento e veicolo di conoscenza del nostro Paese nel mondo. Noi siamo assolutamenti favorevoli a sostenere questo testo. Novità particolarmente apprezzabile la nascita delle botteghe storiche. Auspico che il passaggio in Commissione non sia lontano”. Chiosa Mirko Dolcini (D-ML): “C’è qualcosa da limare probabilmente: a San Marino dobbiamo essere assolutamente orgogliosi di un progetto come questo che tutela i nostri prodotti e la nostra identità. Altrimenti rischiamo di essere distanziati da località a noi limitrofe”. Tommaso Rossini (PSD) solleva il tema dei controlli, “che dovranno essere veri e puntuali e mi auguro che le sanzioni siano esemplari. Se permettiamo anche ad un solo soggetto di usare il contrassegno in maniera illecita, ecco che tutto l’operato viene vanificato”.  Per Fabio Righi (D-ML) con questo provvedimento “si fanno delle politiche coordinate con il made in Italy che è un brand a livello mondiale. C’è una operazione di ri-brandizzazione della nostra economia anche a livello internazionale. Si potranno fare politiche turistiche mettendo in sinergia la rete di botteghe storiche, sinergie legate all’export della nostra identità. Mi auguro si possa andare avanti senza i preconcetti che hanno ostacolato l’arrivo del progetto in Aula”. Il mio partito è d’accordo sulla tutela dei prodotti del nostro territorio, ma dobbiamo farlo in maniera tale da valorizzare veramente le nostre produzioni, che sono tante e non solo nell’agroalimentare” dice Aida Maria Adele Selva (PDCS). 

Al comma 19 vi è la Relazione del Congresso di Stato circa le iniziative assunte a tutela degli interessi dello Stato per il recupero dei danni subiti e dei patrimoni che gli autori di condotte contro l’economia pubblica potrebbero aver nascosto. 

Il Segretario di Stato Stefano Canti dà lettura della lunga relazione: “Per la stesura del predetto documento ci si è avvalsi della collaborazione dell’Avvocatura dello Stato e della SGA (Società di Gestione degli Attivi ex BNS Spa). L’ Avvocatura dello Stato in data 22 marzo 2022 ha proceduto a formalizzare le costituzioni di parte civile dell’Ecc.ma Camera nei procedimenti penali inerenti la vicenda Banca CIS”. 

Sono passati in rassegna i procedimenti penali riuniti n. 410/2019, che hanno preso avvio su esposto del Consiglio per la Previdenza ISS, nell’ambito del quale a Guidi Daniele, ex Amministratore Delegato e Direttore Generale di Banca CIS, è stato contestato il misfatto continuato di truffa di cui agli artt. 50 e 204 c.p., comma primo e terzo, n. 1; il Procedimento penale n. 416/2019 e riuniti (avviato su esposto dell’Amministratore Speciale di BNS) a carico di Guidi Daniele, Mularoni Marco e Marino Grandoni per confusione di patrimoni, appropriazione indebita, frode nell’esecuzione dei contratti o in alternativa truffa; i Procedimenti penali riuniti nn. 500/2017 e 227/2022 a carico di Siotto Filippo, Sommella Mirella, Savorelli Lorenzo, Granata Ugo, Venturini Roberto, Mazzeo Raffaele, Guidi Daniele, Fabiani Mario, Gianatti Emilio, Moretti Roberto, Mularoni Marco, Confuorti Francesco); il Procedimento penale n. 695/2020 (a carico di Guidi Daniele per il reato di amministrazione infedele; a carico di Guidi Daniele, Lazzari Maria Stefania e Tommasi Vincenzo per riciclaggio ed a carico di Lazzari Maria Stefania per il reato di evasione fiscale); i Procedimenti penali nn. 673/2020 e 108/2021, cui è stato riunito il n. 626/2021 (derivante dal n. 500/2017) a carico di Confuorti, Savorelli, Grais, Siotto, Sommella, Moretti, Granata, Mazzeo, Guidi, Grandoni, Buriani, Mularoni e Gianatti, per il reato di associazione a delinquere nonché a carico di Confuorti Francesco per il reato di riciclaggio; i Procedimenti penali nn. 673/2020 e 108/2021, cui è stato riunito il n. 626/2021 (derivante dal n. 500/2017) a carico di Confuorti, Savorelli, Grais, Siotto, Sommella, Moretti, Granata, Mazzeo, Guidi, Grandoni, Buriani, Mularoni e Gianatti, per il reato di associazione a delinquere nonché a carico di Confuorti Francesco per il reato di riciclaggio; Procedimento penale n. 505/2023 (derivante dai nn. 673/20, 108 e 626/21) a carico di Romito, Cartanese, Borri e Cotella, per il reato di amministrazione infedele o in alternativa di cui all’art. 204, commi 1 e 3 c.p. (truffa aggravata); Procedimento penale n. 201/2022 (derivante dal n. 377/2019) a carico degli ex membri del Consiglio di Amministrazione di Banca CIS (Merlino Massimo, Guidi Daniele, Barbucci Enzo, Ferrini Vincenzo, Micocci Marco, Fabbri Pier Paolo), degli ex membri del Collegio Sindacale di Banca CIS (Burzoni Simona, Albertini Andrea, Semprini Stefano) e del legale rappresentante della Società di revisione di Banca CIS, Alessia Scarano; Procedimento penale n. 282/2020 (a carico di Guidi Daniele per il reato di concorso in amministrazione infedele continuata insieme ad altri); Procedimento penale n. 505/2023 (derivante dai nn. 673/20, 108 e 626/21) a carico di Romito, Cartanese, Borri e Cotella, per il reato di amministrazione infedele o in alternativa di cui all’art. 204, commi 1 e 3 c.p. (truffa aggravata); Procedimento penale n. 299/2022 (derivante dai nn. 673/18 e 108/21) a carico di Conforti, Savorelli, Siotto, Sommella e Moretti per interesse privato in atti d’ufficio e/o abuso di autorità e violenza privata continuata; Procedimento penale n. 462/RNR/2020 + riuniti contro Buriani Alberto, Celli Simone, Filippini Carlo, Fabbri Antonio. Viene inoltre dato conto delle azioni di responsabilità; delle azioni revocatorie, recuperatorie, risarcitorie avviate da BNS e proseguite da SGA ex BNS; delle azioni revocatorie, recuperatorie, risarcitorie avviate da Banca Partner e proseguite da SGA ex BNS; azioni di recupero crediti verso azionisti rilevanti avviate da BNS e proseguite da SGA ex BNS. 

“Il Congresso di Stato – viene rilevato nella relazione – ha posto in essere una serie di interventi normativi volti a tutelare il patrimonio dello Stato. In particolare si evidenzia la Legge n. 154 del 27 agosto 2021, con la quale si è introdotta la c.d. “revocatoria semplificata” che prevede una procedura semplificata per gli atti di alienazione a titolo gratuito compiuti dal debitore successivamente al sorgere del credito, stabilendone l’inefficacia nei confronti del creditore, che può procedere all’espropriazione forzata del bene direttamente nei confronti del terzo acquirente, senza agire in giudizio con l’azione revocatoria, annotando il decreto di pignoramento nei pubblici registri entro un anno dalla trascrizione dell’atto di alienazione. La Legge attribuisce una presunzione di frode agli atti di alienazione compiuti dal debitore a titolo gratuito successivamente al sorgere del credito, evitando che il creditore debba instaurare un ordinario giudizio di cognizione. Si rappresenta, altresì, che con la Legge n. 24 del 2 marzo 2022 si è inteso riformare il settore delle misure cautelari personali e reali, che mira ad assicurare una maggiore efficienza del procedimento di adozione delle stesse e l’introduzione di nuovi strumenti deflattivi in ambito procedurale. In particolare si è intervenuti nelle aree maggiormente esposte al rischio di invalidazione, ove si è avvertito più seriamente la mancanza di garanzie e di concreta realizzazione dei principi costituzionali in materia di rito penale, in particolare del diritto di difesa, della speditezza, dell’economicità, della pubblicità e dell’indipendenza dei giudizi. Inoltre, all’art. 25 della Legge n. 171 del 23 dicembre 2022 si è voluto meglio declinare i rimedi tesi a conservare la garanzia patrimoniale del debitore/autore del reato a vantaggio dei titolari dei crediti che derivano dal reato stesso. In particolare, nella circostanza in cui il patrimonio da garantire sia quello del responsabile di un reato, la revocatoria penale trova la sua peculiarità rispetto a quella ordinaria civile, il cui utilizzo, tuttavia, non è escluso neanche in questa peculiare fattispecie, se ne ricorrono i presupposti soggettivi e oggettivi. Da ultimo si rappresenta che, anche alla luce della delega presente all’articolo 3, comma 23, della Legge 15 settembre 2023 n. 132 e tenuto debitamente conto dell’Ordine del giorno in oggetto, la Segreteria per la Giustizia ha avviato l’iter consiliare per l’adozione del Progetto di Legge “Modifiche agli articoli 197 e 198 del Codice Penale – Appropriazione indebita e Amministrazione infedele”, che istituisce un’aggravante nel caso in cui i reati di “Appropriazione indebita” (art. 197 c.p.) e “Amministrazione infedele” (art. 198 c.p.) vengano commessi in danno dello Stato, di società da esso partecipate o di enti pubblici o istituti bancari e finanziari. Alla luce di tutto quanto sopra esposto, si rappresenta, in conclusione, che il Governo ha azionato nel tempo tutti gli strumenti in suo possesso per tutelare gli interessi dell’Ecc.ma Camera nei diversi procedimenti penali che vedevano lesi gli interessi dello Stato. Si evidenzia, a tal riguardo, che nell’ambito dei procedimenti penali sopra indicati è emersa una carenza di strumenti efficaci per il recupero dei patrimoni a garanzia dello Stato detenuti all’estero. E’ auspicabile, quindi, intervenire in tal senso, affidando un incarico a professionisti che possano supportare l’Avvocatura dello Stato nel rintracciare eventuali patrimoni detenuti all’estero. In definitiva, dall’elenco dei procedimenti penale citati nella presente relazione, si comprende quale e quanto lavoro stia svolgendo ogni giorno il nostro Tribunale. Il Governo resta fiducioso che i sopra menzionati procedimenti, ad oggi in diverse fasi del giudizio, possano concludersi nell’ottica dell’accertamento della verità e della giustizia.

Ha quindi inizio il dibattito che prevede numerosi interventi.

Di seguito una sintesi degli interventi

Comma 19 – Relazione del Congresso di Stato circa le iniziative assunte a tutela degli interessi dello Stato per il recupero dei danni subiti e dei patrimoni che gli autori di condotte contro l’economia pubblica potrebbero aver nascosto

Iro Belluzzi (Libera): Ascoltando la lunga relazione del Segretario Canti, ci si mette nelle condizioni di riflettere su chi negli anni ha arrecato nocumento a San Marino. La parte centrale è entrata nel merito della galassia Banca Cis. Probabilmente è quella su cui si ha la possibilità di agire e recuperare qualcosa. Sarebbe interessante comprendere in soldoni quanto si riesce a recuperare a fronte dell’impegno dello Stato e delle varie sezioni del tribunale. Questo ha un valore simbolico: la ricerca della verità. E il fatto che chi ha arrecato danno al Paese, venga condannato. La genesi però nasce molto, molto prima. Probabilmente perché i procedimenti sono andati a vuoto, perché era andato tutto in prescrizione. Viene ricordato il Conto Mazzini: la genesi del rilascio di licenze bancarie dietro elargizioni da parte di imprenditori non in grado di svolgere l’azione bancaria. Gli organi di vigilanza hanno lasciato operare questa combriccola portando a danni importanti. Quanto è andato perso perché non si è agito con la stessa forza e determinazione? Fincapital, Conto Mazzini: tante, troppe vicende andate a vuoto. 

Segretario di Stato Matteo Ciacci: Per quanto riguarda il caso Titoli, io credo sia storia. Tutti abbiamo avuto modo di commentare questi fatti. Le Commissioni di inchiesta devono insegnare alla politica qualcosa. Ritengo che grazie ad un approccio diverso sulla questione morale oggi i partiti tradizionali ritornano a godere di una fiducia nella popolazione. Non si è voluto sottovalutare il tema del ‘chi sbaglia paga’. Non ci sottrarremo mai a questo impegno. Gli ambiti di azione devono essere molto chiaro. La politica deve sempre tenere il bandolo della matassa nelle mani. Nel 2019 la politica ha agito in maniera compatta fronteggiando poteri economici, arrivando all’avvio di azioni di responsabilità e frenando quella valanga di liquidità che altrimenti si sarebbe persa all’interno di Banca CIS. C’è la questione del danno reputazionale: politica e direttori di banca, ruoli di responsabilità in altri ambiti, hanno avuto modo di cooperare per interessi particolari e non per il bene del Paese. Con alcuni provvedimenti si è cercato di allungare i tempi per non arrivare a sentenza. Auspico che con il caso Titoli si vada avanti senza indugi e senza azioni propedeutiche tese a non voler arrivare fino in fondo. E auspico che la politica abbia la capacità di rimettere al centro la questione morale. 

Giovanni Zonzini (Rete): Le assoluzioni e le prescrizioni non cancellano la verità storica di una classe politica profondamente corrotta. Non solo è stata appurata l’esistenza di associazione a delinquere e corruzione: hanno creato un sistema economico basato su banditismo e non trasparenza collassato nel giro di pochi anni. Il collasso di quel sistema pesa per oltre il 50% del debito pubblico. E’ una responsabilità ancora maggiore dell’aver preso tangenti in sé e per sé. Invito il Governo a proseguire le azioni di responsabilità verso i ‘mazziniani’. Quei fatti hanno causato un danno per il Paese. Il Congresso di Stato non si faccia influenzare e proceda a tutelare gli interessi dello Stato. Per gli imputati relativi al CIS, mi auguro che il Governo voglia attivare dei canali diplomatici per riuscire a recuperare il maltolto se portato in paradisi fiscali e per farceli portare qui a far scontare la loro pena nelle nostre galere. 

Michele Muratori (Libera): Sono fiducioso del fatto che la politica abbia saputo creare gli anticorpi affinché quelle vicende non si ripetano più. C’è da fare un ringraziamento a chi ha avuto il coraggio di denunciare quel sistema. Io credo che questa sia la rivincita degli onesti e di chi ha avuto coraggio di denunciare. Sono contento del fatto si sia arrivati a fare questa analisi, questa denuncia. Un passato che fa bene ogni tanto ricordare. 

Francesco Mussoni (PDCS): Mi sovviene che è stato fatto tutto quello che si poteva fare per tutelare gli interessi dello Stato. Era un Paese impreparato a dover affrontare e gestire nell’interesse dello Stato queste situazioni, che non aveva nel suo Dna degli anticorpi per rispondere a quello che è successo. Ci sono procedimenti di condanna chiari. Ma è anche vero che la parte di risarcimento a favore dello Stato è esigua. Non è colpa del Governo. Noi parlammo di colpo di Stato ed effettivamente sta venendo fuori che fu un tentativo di colpo di stato. Mi viene in mente che bisogna assolutamente continuare a lavorare in questa direzione. C’è ancora molto da fare. Noi dobbiamo recuperare dei soldi da questo danno che è stato arrecato. La relazione apre una lettura storica di quello che avevamo visto e avevamo ragione di denunciare. Ora c’è un’altra fase da continuare a seguire, quella dei risarcimenti, anche con strumenti di collaborazione internazionale. 

Gaetano Troina (D-ML): Prendo atto con favore che si parla di somme consistenti confiscate. Chiederei al Governo di attivarsi affinché si possa dare dopo tanto tempo un riscontro ai cittadini. Credo sia rilevante dal punto di vista istituzionale. Se ci si assume un impegno, è bene rispettarlo. Il nostro Stato, con una sinergia importante, ha messo in atto azioni e attività che hanno consentito di intervenire tempestivamente. Si è agito in maniera tempestiva e si è fatto qualcosa di rilevante. L’auspicio è che anche la politica abbia imparato che non è opportuno farsi trascinare in questo tipo di dinamiche con le proprie interferenze.

Gian Nicola Berti (AR): Ciò che trovo inquietante sono i silenzi che non esprimono condanna politica verso quello che è avvenuto. Dobbiamo fare alcune riflessioni che non passano solo tramite le azioni risarcitorie. Ci sono riflessioni politiche da fare. La prima responsabile di questi fatti è la politica sammarinese che si è lasciata infiltrare da personaggi senza scrupoli che hanno messo in atto comportamenti fuorilegge. Ci sono le responsabilità di una magistratura che ha fatto finta di non vedere per tanto tempo, e che quando magari ha alzato la testa, qualcuno ha cercato di tagliargliela. Con il Conto Mazzini, una lobby di influenza economica ha deciso di far fuori alcuni esponenti politici dell’epoca, delle marionette che qualcuno ha ben pensato di sostituire con altre marionette. E’ quello che definisco il passaggio da Conto Mazzini a Banca Cis. Nessun puparo è mai stato perseguito, forse uno solo che è finito sotto processo. Per tanti anni nessuno ha mai avuto il coraggio di denunciare. Tanti consiglieri, anziché intervenire, vedo che si cancellano. Anche questa è omertà. C’è un problema: cerchiamo di essere coerenti ed avere coraggio. Eppure andiamo avanti con il silenzio? Davvero non vogliamo impegnarci per fare una serie di azioni che si possono fare? Ma in questa relazione manca il nome di Fiorenzo Stolfi. Il credito civilistico dello stato sussiste. Mi auguro che lo Stato voglia andarlo a recuperare. 

Vladimiro Selva (Libera): Signori, va bene che Simone Celli non sia più personaggio di primo piano, ma è l’unico politico in quella relazione. Non possiamo usare due pesi e due misure. Chi ha avuto quei comportamenti, deve stare fuori dalla politica. A me lascia perplesso il fatto di avere due pesi e due misure. Un Simone Celli in quella condizione e altri di cui ci siamo dimenticati. I problemi nascondono da prima, si sono acuiti in quella legislatura. Io credo che sia ora di fare delle verità storiche, superare determinate fasi e guardare avanti. Quel miliardo e 150 milioni sono ancora sulle nostre spalle e lo saranno per generazioni. 

Carlotta Andruccioli (D-ML): Ci sono state persone colpite direttamente nei loro risparmi. Penso ai correntisti che hanno dovuto rinunciare ai loro progetti di vita. Per colpa di pochi hanno subito delle gravi ingiustizie. Chiediamo di procedere nel dare a questi correntisti i rimborsi che attendono da tempo. E’ un sistema, quello, che si alimentava con la collusione, l’omertà. Abbiamo visto come tanti soggetti erano coinvolti con una Banca Centrale che nei controlli e nella vigilanza veniva azionata come con un interruttore. Un tribunale coinvolto da vicino in certe dinamiche. E una politica che nella migliore delle ipotesi era incosciente, e nella peggiore era collusa. 

Antonella Mularoni (RF): La situazione è da tenere sotto controllo e lo Stato deve fare il possibile per recuperare quanti più soldi riesca. Mi auguro che tra un anno il Segretario Canti ci possa dire che qualcosa è stato possibile recuperare affinché le nuove generazioni possano vedere diminuire la montagna di debito pubblico. Ho vissuto la fase 2008-2012: non dobbiamo dimenticarci quello che è emerso, c’era un sistema di tangenti. Il nostro sistema ha sviluppato nel frattempo gli anticorpi? Soprattutto cerchiamo di fare in modo che questo Paese certi fenomeni non si trovi più a doverli affrontare. 

Manuel Ciavatta (PDCS): L’ordine del giorno, da cui scaturisce questo dibattito, è stato votato da 31 membri di maggioranza, e seguiva alcune informazioni che emergevano dagli organi di informazione su procedimenti che iniziavano a dare risultati sulla Commissione di inchiesta nata nel 2019 grazie anche al voto di Libera sulla fine della legislatura. Attraverso gli esposti, il tribunale ha cominciato a lavorare su un filone che fino a quel momento non era emerso. Condivido il fatto che gli organismi di informazione su alcune vicende hanno dato sicuramente più attenzione, su altre meno. L’Aula quel che deve fare è dire che lo Stato ha messo in campo ogni sforzo per fare giustizia e chiarezza e per recuperare il più possibile. Le nuove generazioni sono quelle che avranno sulle spalle un peso di cui non hanno colpa. La politica deve cercare di creare le condizioni affinché il nostro torni ad essere un Paese che si muove nei giusti binari, dove poter vivere bene e sicurezza e dove queste dinamiche non si ripetono.

Matteo Rossi (PSD): C’è una generazione a cui era stata data l’illusione che San Marino avrebbe potuto progredire in determinati settori. Nel 2008/2009 quella generazione lì ha finito l’università e ha iniziato a lavorare in banca. Lì è cominciato il periodo più buio. Quindi mi faccio portavoce di quella generazione che ha dovuto rivedere in itinere il proprio percorso di vita. Condivido quello che ha detto Vladimiro Selva. Mi sento molto laico nel prendere una posizione. Non emerge la matrice di tutti i risarcimenti che dovremmo affrontare. Nessuno ha citato Delta. E’ caduta nell’oblio. Abbiamo un miliardo e 3 di debito pubblico, un miliardo è legato a Delta. Come politica moderna, dovremo fare in modo che quel risarcimento si possa concretizzare. Parlare con l’Italia e dire che quel danno è stato fortemente determinante nel cambio del nostro assetto Paese. 

Denize Bronzetti (AR): Sarebbe interessante continuare a parlare degli ammanchi all’interno dello Stato. Chiaramente il focus è sulle vicende giudiziarie che hanno scosso il Paese. Concordo con l’intervento del collega Berti che dice che le questioni qui non sono per nulla finite. E’ nostro dovere cercare di tenere alta l’attenzione e monitorare quello che viene fatto in tribunale e anche nel Paese. E’ una separazione netta che non ci esime dal dover fare continuamente delle valutazioni. Valutazioni sulla relazione prodotta dal Segretario sulla quale noto una certa sproporzione rispetto a come sono state ripercorse tappe con eventi e numero di cause giudiziarie. Una sproporzione che non ci deve esimere dall’approfondire, dal capire perché siamo arrivati fino a questo punto. E perché si è ancora in ballo nel non voler approfondire tutto fino in fondo. Si tenga ben presente quale è il ruolo della politica nel voler enfatizzare, esaltare anche certe situazioni. 

Matteo Zeppa (Rete): Sono sconcertato dai pochi interventi in questo dibattito. Non so se questo silenzio sia dovuto ad una questione di ignavia, pudore o irriverenza. Tutto quello che è stato causato in queste pagine deriva da una non cultura sociale. Io credo che la politica non sia ancora completamente libera. Sentire ringraziare Fiorenzo Stolfi al Congresso del PSD, per me è stata come una coltellata. Una ricerca di pacificazione non può avvenire se ancora si ringraziano certe persone ad un congresso. La politica è stata usata, come è stato usato il tribunale. Sono stanco di vedere San Marino trattata in questo modo. Di vedere che c’è ancora chi fa la riverenza a questi personaggi che ancora vanno baldanzosi. Il problema diventa politico nel momento in cui ci si accorge che Marino Grandoni voleva spogliarsi dei propri beni per lasciarli alle famiglie. Il Consiglio dei XII ha affrontato con coraggio la questione bloccando i provvedimenti in attesa delle sentenze. La mia esortazione è continuare a salvaguardare la tutela dello Stato. Recuperare i soldi è una parte importante. Ma qui non si deve solo ritirare il maltolto, ma di una dignità di quei sammarinesi che con quelle persone non hanno avuto nulla da spartire. La pecunia va recuperata nel più breve tempo possibile, garantendo i gradi di giustizia, ma è la dignità di sentirsi sammarinesi, di non essere continuamente tacciati come quelli che fanno le cose di nascosto. La cultura politica è sempre quella: i pupari, le marionette ci sono e ci sono sempre stati. Il problema è che ci saranno nuove generazioni cresciute con quell’input che tenteranno di seguire le orme. Questo è l’anti-Stato. 

Askanews