Si è conclusa l’avventura dei nostri pionieri ai Giochi Olimpici della robotica di Atene. Un’esperienza formidabile che cinque giovani sammarinesi, Giovanni Amici, Gaia Moschella, Matteo Ciavatta, Elena Amati e Giorgia Mazza porteranno scolpita per sempre nelle loro menti e nei loro cuori. Non tragga in inganno il posizionamento finale, 151esimi su 190 partecipanti, perché le regole dei Giochi sono create appositamente per generare collaborazione, tecnologica ed umana, tra i team più che a combattersi in gare ed eliminazione. Così può capitare che robot capienti, robusti e veloci, quali quelli di Cina, Kazakistan ed Indonesia tanto per citarne alcuni, in grado di movimentare da 8 a 12 palloni – palloni che vanno proiettati dentro a delle casse-canestro al termine di percorsi via via più tortuosi ed impegnativi – vengano abbinati a nazioni come San Marino, il cui robot Socrates ne porta una sola. Ed allora prima dei match partiva il fitto conciliabolo dei “tattici” di ogni team per dividersi le mansioni sul playground, piovevano suggerimenti su come modificare determinate soluzioni tecniche e soprattutto si elaborava una strategia di gara, tenuto conto dei robot avversari. Avversari con cui magari il turno successivo ci si sarebbe potuti trovare alleati. Insomma, ad ogni tornata va messo in campo un mix di capacità tecnologiche, relazionali e di risposta ai problemi per superare gli immancabili imprevisti. Un mix di doti che trova nei Giochi della Robotica una palestra formidabile, utilissima ai ragazzi – per regolamento tutti Under 18 – nella fase evolutiva e formativa che stanno attraversando. E che la manifestazione, allestita da First Global, organizzazione no-profit statunitense, sia di importanza ragguardevole lo sottolinea la lunga lista di autorità, dal Primo Ministro al Sottosegretario allo Sviluppo Tecnologico del paese ospitante, che si sono succeduti sul palco autorità sia durante la cerimonia inaugurale che in quella delle premiazioni, unitamente al fondatore Dean Kamen che ha letto un messaggio di saluto ed apprezzamente del presidente USA, Joe Biden. Altra conferma di aver partecipato ad un evento “mondiale” viene dai racconti fatti dai team amici, accolti in pompa magna dalle autorità dei rispettivi Paesi al loro rientro dalla trasferta greca: un bentornato che si riserva ad una nazionale reduce da una missione. (vedi foto, ndr). Va ricordato che la spedizione allestita a tempo di record da Diego De Simone di Cotai e da Gabriele Vitali non ha avuto il tempo materiale né di fare selezioni particolari né di raccogliere dagli sponsor le risorse necessarie a finanziarne la logistica. Tantomeno lo sviluppo del robot, sdoganato a San Marino solo poche settimane fa, e programmato dal team leader Matteo Ciavatta grazie alla collaborazione iniziale di un’altra brillante mente sammarinese, l’ingegnere appassionato di robotica e filmaker, Alessandro Riccardi. L’obiettivo dichiarato era quello di cogliere un’opportunità: presentare per la prima volta in 8 edizioni andate deserte, una rappresentanza di San Marino, per farlo conoscere al mondo e per confrontarsi con altre realtà. Obiettivi agonistici? Lasciarsi almeno una nazione alle spalle e invece – come detto – ce ne sono finite più di 30. Ora che l’avventura è finita ed è tempo di bilanci possiamo orgogliosamente affermare che gli obiettivi sono stati ampiamente raggiunti. Lo stand sammarinese, tappezzato dalle bandiere del Titano, è stata una tappa obbligata per chi volesse godere della energia contagiosa dei nostri ragazzi, perché il robot è importante tanto quanto stabilire relazioni empatiche con i coetanei del resto del mondo, soprattutto nel pre (e nel post, ndr) gara. Subito si è creata una chimica straordinaria con i vicini di stand, Sao Tome e Principe, Qatar, Siria, Palestina, Serbia e Saint Vincent e Grenadine, Moldavia, Trinidad & Tobago e praticamente con tutti i chiassosi sudamericani di lingua spagnola. Con i neozelandesi poi c’è stato un vero e proprio gemellaggio, così come con buoni son stati i rapporti con i kazaki, dopo un’iniziale diffidenza dovuta al timore reverenziale verso la loro straordinaria capacità tecnologica, Lo stand per costoro è stato un volano di informazioni e divulgazione sulla Antica Repubblica. Agli inviati dei Paesi più lontani, africani, orientali o sudamericani, che giravano portando in dono oggetti di artigianato o dolci tipici del loro Paese, veniva subito chiesto di indovinare dove fosse San Marino (almeno il continente…) per poi condurli simpaticamente alla risposta esatta che dava diritto ad un piccolo dono, più ai materiali illustrativi su San Marino messi a disposizione dalla Segreteria di Stato al Turismo, dall’Università di San Marino dal Filatelico e Numismatico delle Poste e dalla Federcalcio. Siamo certi che nel mondo ora ci siano almeno mille giovani in più che hanno riposizionato San Marino nel giusto continente e non in sudamerica o – come è capitato sentire – addirittura in Africa! Un sentito ringraziamento va alla Segreteria di Stato Istruzione e Cultura, alla Segreteria all’Industria e alla Segreteria al Turismo per aver supportato il team facendosi carico di parte dei costi della spedizione; alla Federbasket per le splendide uniformi con cui ha sfilato la delegazione alla cerimonia inaugurale ed alla olimpionica Alessandra Perilli, madrina d’eccezione, che ha concesso divisa e cappellino con cui ha conquistato le sue medaglie a Tokio perchè venissero esposti, suscitando ammirazione e dando lustro a tutto lo stand. Ora i cinque protagonisti son tornati sui banchi e siamo certi che questa loro temporanea assenza sarà ampiamente giustificata dal bagaglio di esperienze che potranno mettere a disposizione dei loro compagni, sperando che in qualcun altro cresca la voglia di avvicinarsi alle sfide del futuro e provare a mettersi in gioco. E Socrates? Il robottino sammarinese, che i primi giorni zoppicava ma che ha chiuso in un crescendo rossiniano le sue prestazione ateniesi ora riposa nella sede di Cotai, pronto a prendere vita e imbellettarsi, con la bandierina biancazzurra sulla scocca, non appena qualche scolaresca chiederà di andarlo ad ammirare. Infine, sul sito di Cotai oltre ad altre informazioni è possibile iscriversi alle selezioni per i prossimi appuntamenti legati a First Global o lasciare il proprio nominativo se si intende legare il nome della propria azienda al supporto di tali manifestazioni.
Cotai