“Una banca ha obiettivi finanziari, ma salvare una vita è ancora più importante!” Così Andrea Vivoli, direttore generale BCSM nella conferenza stampa per illustrare l’installazione di 3 defibrillatori presso altrettanti sedi della Banca Centrale. Nella fattispecie: uno presso la sede centrale di via del Voltone, uno presso la Tesoreria a palazzo SUMS (Città), e uno presso il dipartimento Esattoria alla Ciarulla. Sono tutti esterni, cioè a disposizione degli impiegati ma anche, e soprattutto, della popolazione.
Ce ne sono 82 sparsi sul territorio della Repubblica, visibili dall’app DAE RSM, compresi questi ultimi tre. Ma sicuramente ce ne sono almeno un’altra decina, per i quali non è stata ancora completata la procedura di registrazione e la cui collocazione quindi non appare. Inoltre ci sono tutti i DAE nelle postazioni mobili delle Forze dell’Ordine e quelli presso i loro uffici. Il numero, che supera ampiamente il centinaio, è davvero significativo, proporzionalmente assai superiore alla Regione Emilia Romagna, che in tutto ne ha 850.
Come è significativo questo intervento di BCSM, condotto in sinergia con il sistema sanitario pubblico. “Il nostro obiettivo – ha puntualizzato Vivoli – è favorire una maggiore disponibilità di utilizzo di questi strumenti sul territorio, sapendo che quanto è minore la distanza, maggiore è la possibilità di un intervento efficace”. Il concetto è stato ulteriormente approfondito da Francesco Del Corso, dirigente medico presso la UOC Anestesia, Rianimazione e Terapia Del Dolore dell’Ospedale di Stato; dalla dottoressa Marina Foscoli, Presidente della Società Sammarinese di Cardiologia; e dal dottor Roberto Bini dell’Unità di Cardiologia presso l’Ospedale di Stato.
Infatti, il cuore non aspetta. Di fronte ad un infarto, i primi minuti sono cruciali per un intervento che possa essere efficace, dal massaggio cardiaco all’applicazione del DAE (Defibrillatore Semiautomatico Esterno) alla telefonata urgente al 118 spiegando la situazione nella maniera più opportuna. Il DAE è una macchina di piccole dimensioni, che contiene al suo interno due piastre adesive in grado di rilevare le alterazioni dell’attività elettrica del cuore ed erogare un scarica elettrica quando necessario. È talmente semplice da usare anche in mancanza di competenze specifiche, che la legge 197/2020 ne prevede l’utilizzo da parte di tutti. La progressiva diffusione del DAE, tuttavia, ha motivato sempre più partecipanti alla frequentazione di un corso BLS-D (Basic Life Support and Defibrillation) proprio per poter intervenire con maggiore cognizione di causa. A San Marino, questi corsi si tengono ogni anno grazie alla sinergia tra le unità di emergenza e urgenza ospedaliere e il CEMEC. I costi vengono sostenuti dalla Società di Cardiologia e dall’Associazione Cuore Vita in forza dei proventi derivanti dal 3 per mille. “Quindi – ha sottolineato con orgoglio la dottoressa Foscoli – è tutta la comunità che partecipa a questo progetto”. I risultati sono eccezionali, perché ogni anno ci sono almeno 500 studenti delle scuole medie e superiori che frequentano i corsi BLSD, oltre agli operatori laici (cioè semplici cittadini) e agli operatori delle Forze dell’Ordine. Formazione e informazione sono le colonne portanti del senso civico che identifica una comunità. Valori fondamentali di fronte a un caso di arresto cardiaco (che può avvenire in qualunque luogo e in qualunque momento) creando un impatto emotivo drammatico. In questi casi, sapere cosa fare e avere gli strumenti di accesso, senza lasciarsi travolgere dall’emozione, può essere questione di vita o di morte.
“Riteniamo questo investimento un dovere e una speranza – ha precisato ulteriormente Vivoli – con l’auspicio nel lungo termine che altri soggetti ne vengano coinvolti”. L’investimento economico per questi 3 DAE è pari 5800 euro circa, a cui si aggiungono i costi di manutenzione annuali, più eventuali pezzi di ricambio. Ma il suo valore è sicuramente più alto e va ampiamente ad ascriversi nei principi di ESG (Environmental, Social, Governance) che danno priorità alle questioni ambientali, sociali gestionali di un’azienda. In altre parole, i tre pilastri della responsabilità sociale.
E anche per questi motivi che i 3 DAE installati da BCSM trovano collocazione all’esterno delle sue sedi, in quanto un’iniziativa privata a fini di utilità pubblica dà ad essa un importante valore aggiunto.
Angela Venturini