Filippo Panseca se n’è andato.
Panseca è stato un artista geniale.
Costruiva opere avanguardiste già nell’87: il garofano rosso con le luci al led.
Nel 1987. Quando gli altri ancora esibivano croci e falci e martelli( con la m minuscola).
E’ stato il genio della modernità del Psi degli anni 80. Meglio, degli anni 80 del Psi. Meglio ancora, degli anni 80 punto.
C’era prima del Psi, c’è stato molto, moltissimo, col Psi, poi anche dopo il Psi.
Ma il dopo, e’ valso per Panseca, per il Psi, per tutti noi, il dopo e’ entrato nel tritacarne degli anni 80, di tutti noi.
Forse è stato il personaggio che più di tutti ha connesso l’idea di modernità dei socialisti con gli anni 80 che sono stati una esplosione di modernità. Dall’arte alla moda al Made in Italy al superamento dei falsi miti e delle ipocrisie della grigia politica della Dc e del PCI.
La modernità dei socialisti negli anni 80 e’ stato il respiro profondo che ci ha portato fuori dal terrore del terrorismo. Che ci ha portato oltre l’inflazione che falcidiava i salari, che ci ha portato a crescere più di tutti in Europa. Quarta economia del mondo. Che ci ha dato il sogno di una sinistra che tutela i bisogni e premia i meriti.
M, come Martelli, in questo caso.
Sempre a Rimini e’ successo.
Lo so, lo so, hanno raccontato il contrario. Ma è un racconto falso. Punto.
Panseca inventa il Garofano in primo piano. Boom! Dentro la sinistra mondiale assume la forza della Rosa della Gauche francese.
E poi il Muro di Berlino che è alle spalle di Craxi nella conferenza programmatica di Rimini.
Genio. Nulla rappresento’ con più forza l’immagine del Muro al passato. Nulla.
E Panseca aveva già creato nell’87, sempre a Rimini, strutture immaginifiche per 28 mila
metri quadri. In un congresso con 1100 delegati.
800 giornalisti che venivano da tutto il mondo.
A Rimini.
Panseca ha così creato anche Rimini.
Ha ricreato Rimini.
Per noi ragazzi degli anni 60 Rimini rappresentava l’idea di futuro, di modernità.
Questa immagine si era ingrigita, Panseca l’ha riaccesa.
Il Psi e il genio di Panseca raccontarono al mondo cosa si poteva fare a Rimini.
La Rimini che venne poi, quella attuale, quella dei grandi spazi e delle grandi opere e dell’accoglienza, dei congressi e delle Fiere, deve un bel po’ a Panseca. Un bel po’.
Sarebbe bello riconoscerglielo.