“Rimini, Caput Viarum“ protagonista della seconda puntata del programma domenicale che racconta la storia italiana più antica e profonda
Il volto antico della Rimini fondata dagli antichi romani è stato il protagonista di “Origini” nella puntata di domenica 8 ottobre andata in onda su Rai 2 (https://www.raiplay.it/video/2023/10/Origini—Rimini-Caput-Viarum—08102023-a501da2a-1ca3-4a76-87e9-43a810b25e9d.html).
Le telecamere del programma televisivo di Rai 2 che vede Francesco Gasparri e Valentina Caruso viaggiare in varie parti d’Italia per scoprire le “origini” della terra che visitano, ieri sono andate alla scoperta della Rimini fondata nel 268 a.C. dai romani a causa della sua posizione geografica, di cerniera verso la pianura padana e l’arco alpino, diventata un centro nevralgico, così importante da essere attraversata da ben tre strade consolari: la via Emilia, che dà il nome alla regione, la via Flaminia che la congiunge a Roma e la via Popilia. Una “Caput Viarum” e una città ricca e florida a tal punto che Augusto la chiamava “piccola Roma”.
Il racconto della città è proseguito attraverso i luoghi più importanti di Rimini, dalla porta d’ingresso della città, l’Arco di Augusto, alla taberna medica scoperta in piazza Ferrari, raccontata da una dei protagonisti di quel rinvenimento, l’archeologa Maria Luisa Stoppioni che della Domus del Chirurgo del chirurgo ha raccontato le origini, assieme allo storico della medicina Stefano De Carolis che ha commentato il ritrovamento del grande corredo chirurgico dell’età romana. Il viaggio è continuato verso il Ponte di Tiberio, diventato simbolo della città sopravvissuto alle mine tedesche e ai bombardamenti della Seconda Guerra Mondiale, un racconto nelle parole di Andrea Santangelo, archeologo e storico militare, e nelle immagini della Rimini bombardata custodite dalla Biblioteca Gambalunga che documentano gli effetti sulla città dei 388 bombardamenti aereonavali che dal 1° novembre 1943 al 4 gennaio 1945, provocarono la distruzione quasi totale, documentata dai fotografi riminesi Angelo Moretti, Luigi Severi e Domenico Soci su richiesta delle Soprintendenze archeologiche che tentarono di dare un senso al gesto della ricostruzione per rimettere insieme il mosaico spezzato della memoria collettiva.
Da Rimini il racconto si è spostato verso la Valmarecchia seguendo le strade riminesi che ripercorrono il cammino di San Francesco che parte dal Tempio Malatestiano e arriva al Monte La Verna. A parlare di un episodio importante nella vita del poverello di Assisi, avvenuto a San Leo, padre Enzo Fortunato che ha messo in evidenza l’importanza dei segni della natura nella scelta del cammino del Santo verso La Verna.