L’ASTROLABIO: “Forse è giunto il momento…” … di Augusto Casali

L’ex Segreterario di Stato Augusto Casali

Effettivamente, guardando le cose dall’esterno, soprattutto da parte di chi il Consiglio Grande e Generale lo ha frequentato per molti anni, appare evidente la difficoltà di funzionamento dei lavori durante le diverse sessioni. Pare se ne siano accorti anche in casa di alcuni partiti dell’attuale maggioranza, i quali, lamentano apertamente il disagio prodotto dagli ingranaggi istituzionali e invocano condivisione, che pare non ci sia.

A mio modesto parere la soluzione degli evidenti problemi non può giungere attraverso una illusoria condivisione di obiettivi tra maggioranza e opposizione, perché la maggioranza non può chiedere all’opposizione di agevolare la realizzazione dei propri programmi quando in campagna elettorale sono stati presentate proposte diametralmente opposte. Anzi, direi che anche nella stessa maggioranza sono stati presentati agli elettori programmi sostanzialmente diversi; gli uni hanno predicato la continuità, mentre gli altri hanno auspicato il cambiamento quindi non può certo essere una novità il fatto che conciliare queste due visioni necessiti di una capacità di sintesi non comune e di notevole intelligenza gestionale; se gli uni vogliono sovrastare gli altri, ovviamente, non si va da nessuna parte e questo mi pare il primo problema.

Ma forse i mali sono anche più profondi e si sono aggravati con il passare degli anni, delle legislature e dei governi che si sono alternati in questi ultimi quindici anni e dei consiglieri che via via si sono succeduti, manifestando un comune generale lassismo di carattere anche istituzionale. 

Io credo sia giunto il momento di fare riflessioni davvero profonde sullo stato di permeabilità, e sulle criticità del nostro sistema istituzionale. In via prioritaria occorre ridare centralità all’organo rappresentativo democraticamente eletto dai cittadini, ovvero il Consiglio Grande e Generale che, spesso e volentieri, viene ormai relegato ad un ruolo puramente notarile. In pratica si limita a ratificare decisioni assunte altrove, nelle conventicole, quando non in comitati in cui politica e affari si mescolano.

Il Consiglio Grande e Generale è per noi sammarinesi ciò che per altri è il parlamento, in cui si parla, dove ci si confronta, si propone e si decide in rappresentanza del popolo e non dove il tempo è contingentato affinchè i Consiglieri possano parlare il meno possibile e il lavoro che dovrebbe essere proprio del Consiglio viene demandato alle Commissioni Consiliari, composte di pochissime persone che rappresentano i partiti rappresentanti a loro volta  del popolo, con sempre minori filtri democratici e sempre maggiore vocazione a tramutare le commissioni stesse in confortevoli gettonifici. Forse, valorizzare il ruolo dei Consiglieri, abolire le Commissioni Consiliari e dibattere e decidere, sugli argomenti di maggiore importanza e attualità per il Paese, nell’organismo democratico per eccellenza, sarebbe la strada maestra da seguire, mentre invece si procede in senso opposto.

D’altronde, essendosi perso o affievolito il ruolo dei partiti nel sistema democratico sammarinese, è fatale che i vuoti della politica vengano riempiti favorendo il protagonismo più o meno manifesto dei singoli e i loro interessi più o meno legittimi.

Ad esempio, le spese inconsulte fatte per accontentare qualcuno o il clientelismo selvaggio, sempre teso a mettere in campo due pesi e due misure nei confronti dei cittadini, sono pratiche che andrebbero bandite, altrimenti i disequilibri all’interno del sistema continueranno ad incidere negativamente sulla democrazia del nostro Paese.

Per non parlare della burocrazia inutile, una delle poche cose aumentate a San Marino, assieme ai generi alimentari e di prima necessità. Continuando così, se non soccomberemo per altro, lo dovremo fare per la burocrazia, che è diventata, nel nostro Paese, un vero e proprio ostacolo allo sviluppo economico e per la vita di ogni singolo cittadino. Questo fenomeno autolesionistico si ripercuote ovviamente anche sulle pratiche consiliari, rallentandone gli iter necessari.

E qui mi fermo, anche se ci sarebbe tanto altro da dire. Purtroppo, sono gli stessi Consiglieri, che in questi ultimi lustri hanno manifestato, con il loro operato, una profonda disistima in sé stessi. Occorre agire non per restringere gli spazi, ma casomai per ampliare i momenti di dialogo e di confronto, anche aspro, in quanto è il sale della democrazia. Solo così potrà essere ripristinata la centralità del Consiglio Grande e Generale.

Quindi, è forse giunto il momento di affrontare seriamente e in profondità questi temi legati alla funzionalità dell’organo legislativo della nostra Repubblica, essendo ben consci di mettere le mani nel vespaio, perché in queste condizioni qualcuno ci sguazza e si trova a proprio agio, alla faccia dei sammarinesi!

Augusto Casali