“Innovare per r-esistere. Sfide e opportunità per l’agricoltura romagnola”:presentata l’Annata Agraria 2024 di Cia-Agricoltori Italiani
A Rimini calano le imprese agricole, bene la produzione olivicola e il biologico, unico con il segno positivo in tutta la regione
Rimini, 30 novembre 2024 – “Innovare per r-esistere. Sfide e opportunità per l’agricoltura romagnola”: questo il tema dell’edizione 2024 dell’Annata Agrariadi Cia-Agricoltori Italiani Romagna, presentata ieri pomeriggio nel corso dell’annuale convegno. La fotografia dell’andamento complessivo del comparto agricolo è stata illustrata dal direttore di Cia Romagna Alessia Buccheri, insieme al Responsabile del servizio tecnico fondiario e credito Marco Paolini e al Responsabile Caa Mirko Tacconi.
I DATI DELLA PROVINCIA DI RIMINI
Imprese agricole. Nel riminese l’agricoltura conta, al 30 settembre 2024, 2.304 imprese attive (6,9% delle imprese totali provinciali e 4,5% delle imprese agricole regionali); rispetto al 30/09/23 si registra un calo del 3,2% (Emilia-Romagna: -2,4%, Italia: -1,7%), che corrisponde, in termini unitari, a -75 imprese agricole.
Le imprese agricole femminili sono 496 (-5,7%, -30 unità rispetto ai 12 mesi precedenti), il 6,5% sul totale delle imprese femminili e il 21,5% delle imprese del settore.
Le imprese agricole giovanili alla data in esame sono 91 (-8,1%, -8 unità rispetto ai 12 mesi precedenti), il 3,7% sul totale delle imprese giovanili e il 3,9% delle imprese del settore.
Nel 2023 gli occupati in agricoltura sono risultati 2.248. Il settore impiega l’1,6% degli occupati totali provinciali (il 3,1% a livello regionale e il 3,6% a livello nazionale); l’1,0% nel 2022.
Olivicoltura. Dopo un 2023 da dimenticare, il 2024 in Romagna vede una produzione molto abbondante di olive. La raccolta è iniziata il 7 ottobre e la previsione è che proceda per tutto novembre, e forse anche parte di dicembre, vista l’elevata produzione e la relativa scarsa disponibilità di manodoperanelle aziende agricole. Si calcola un aumento produttivo superiore all’annata 2022, che fu una campagna produttiva record. Il riminese vale oltre la metà della produzione romagnola (51mila quintali su 95.400 q) e vede un aumento del 30% sul 2022. L’olio prodotto è circa 400.000 kg con qualità molto elevata. Nonostante le rese medie in olio Dop inferiori al potenziale, anche la produzione di “Colline di Romagna” si prevede in linea con quella del 2022.
Vitivinicolo. La vendemmia è partita con le uve Chardonnay, in anticipo di una decina di giorni. Anche questo territorio ha subito una stagione estiva particolarmente siccitosa, con alte temperature e scarse precipitazioni. Soprattutto nelle colline vi sono stati appassimenti e scottature, con cali quantitativi importanti. Il Grechetto gentile di Rimini, uva per la Doc Rimini Rebola, ha prodotto bacche sane e zuccherine che promettono alto livello qualitativo, anche se la produzione è stata in calo rispetto alle aspettative. Anche per il Sangiovese, il vitigno maggiormente presente, i grappoli sono risultati più leggeri, mentre sono rimasti più grandi e leggermente più pesanti nella zona nord. Alcune zone della provincia hanno prodotto uve di ottima qualità e buona preservazione della componente aromatica, mentre la quantità è stata limitata dal clima caldo e siccitoso come nel 2023: la produzione è stata inferiore mediamente del 10%, con punte di -30% rispetto all’anno scorso.
Cereali. La produzione cerealicola ha mostrato una ripresa parziale rispetto al 2023. I volumi complessivi si sono attestati intorno al 90% della media degli anni precedenti (2018-2022), con il grano tenero e duro che hanno beneficiato di condizioni climatiche più stabili. L’alluvione di maggio 2023 aveva ridotto drasticamente le rese (-35% rispetto alla media storica). Il 2024 segna una netta ripresa, ma i livelli produttivi rimangono inferiori del 10-15% rispetto al periodo pre-alluvione.
Zootecnia. Il comparto zootecnico ha registrato un calo diffuso nel 2024, aggravato dai costi di gestione elevati, prezzi di vendita bassi, problemi burocratici e calo del personale. Gli allevamenti bovini sono passati da 273 a 250 (-8,4%), con 294 capi in meno; quelli caprini sono passati da 347 a 327 (-5,8%), con una perdita di 617 ovini e 122 caprini; leggera diminuzione degli allevamenti di polli da carne (da 19 a 17). Rimini è invece l’unica provincia con un lieve aumento degli allevamenti suini (da 64 a 67), ma con una riduzione di 1.189 capi.
Apicoltura. Il 2024 è stato un anno critico per il settore apistico a causa delle condizioni meteorologiche estreme che hanno ridotto le produzioni e fatto salire i costi di gestione per l’alimentazione di soccorso.. A Rimini tiene soprattutto l’apicoltura biologica. Si è avuta una crescita moderata degli apicoltori da 437 (2023) a 446 (2024), di cui da 32 a 33 biologici. Diminuzione lieve degli alveari, da 9.108 (2023) a 8.901 (2024), ma in crescita quelli biologici, da 2.654 a 2.886. La produzione di miele di acacia è stata Compromessa quasi ovunque a causa del clima avverso; produzioni discrete per il tiglio di pianura (16 kg/alveare); riduzioni significative sia per le varietà primaverili che estive di Millefiori.
Nella provincia di Rimini il 2024 ha portato un calo delle superfici dedicate a colture oleoproteaginose (girasole, colza, soia) rispetto al 2023, in particolare quelle relative alla colza che dagli 11 ettari è scesa a 5 (-54,5%).
In Romagna si contano 45.370 ettari dedicati all’erba medica, +4% rispetto al 2023. La campagna 2024 è stata fortemente condizionata da un maggio particolarmente piovoso che ha ritardato notevolmente tutto il primo taglio.
Nelle province romagnole, la superficie dedicata a barbabietola da zuccherorisulta in aumento rispetto all’annata precedente; in totale si contano circa 1.174 ha, di cui 200 in coltivazione biologica, nella provincia di Rimini sono 39 ha. L’annata è stata caratterizzata da una primavera particolarmente piovosa, che ha comportato importanti ritardi nella semina delle barbabietole, con la conseguenza che le rese produttive medie sono ai minimi storici con circa 40 ton/ha.
La provincia di Rimini ha contribuito in modo significativo alla tenuta del comparto biologico, che conta 10.416 ettari alla fine del 2023, + 2.3 rispetto all’anno precedente (10.187). Rimini è l’unica provincia in regione con segno positivo. L’impegno delle aziende locali nella diversificazione e nella valorizzazione dei prodotti biologici rimane un aspetto positivo, con opportunità di sviluppo legate al crescente interesse per l’enogastronomia sostenibile.
Con 70 agriturismi attivi, Rimini rappresenta la realtà più contenuta tra le province romagnole, ma con una maggiore stabilità rispetto a Ravenna e Forlì-Cesena. L’aumento del turismo internazionale, cresciuto del 16,6% a livello regionale rispetto al 2022, potrebbe offrire a Rimini l’opportunità di ampliare l’offerta e attrarre una clientela più diversificata. La crescita di turisti che nel 2023 hanno soggiornato negli agriturismi dell’Emilia-Romagna (+6,5%) e del 4,4% nelle piazzole per agricampeggio è un segnale positivo che evidenzia un interesse verso modalità di soggiorno alternative e sostenibili.
Rimini si distingue per l’efficienza nelle rese delle orticole, sostenuta dalla qualità del territorio e dalle condizioni microclimatiche favorevoli. Nel 2024 ha mantenuto una produzione stabile con rese elevate per pomodori da industria (800 q/ha) e cipolle (450 q/ha). Nonostante una superficie ridotta le produzioni sono di qualità eccellente. Le aree costiere hanno beneficiato di minori estremi climatici, che hanno favorito i raccolti di orticole a pieno campo e in serra.
Il comparto frutticolo nella provincia di Rimini ha dimensioni ridotte, ma con significativi segni di vitalità, puntato su colture di nicchia. Per le ciliegie la produzione è in ripresa, nonostante una contrazione del 2% della superficie e le rese medie hanno toccato i 70 quintali/ettaro (+24,6% sul 2023). Pesche (-13%) e nettarine (-41%) hanno registrato il calo più significativo nelle superfici, seguiti dall’albicocco con un -30%. Una contrazione della superficie la regista anche il pero (-14,3), ma con rese costanti negli anni. Con una produzione stabile e rese medie in aumento (+4%), il comparto di produzione delle susine mostra segnali di resilienza.
Il report completo è nel sito di Cia Romagna, sezione “Annata agraria”.
Avvertenza lettura dati: le stime relative alle superfici si riferiscono alla situazione del piantato/seminato per la campagna dell’annata agraria novembre 2023 – ottobre 2024.