C’è una sorta di disillusione diffusa, una sensazione amara che attraversa il dibattito politico di San Marino, dove sembra che le questioni private prevalgano su quelle di sostanza. Provo a immaginare che qualcuno possa fermarsi a riflettere su queste parole, magari traendo ispirazione per un cambiamento. Sarò forse troppo ottimista, ma non posso esimermi dal perseverare, perché credo fermamente che la politica, nelle sue forme più nobili, debba essere una palestra di idee, non un’arena per attacchi personali. Negli ultimi tempi, assistiamo a un’escalation di scontri che appaiono distanti anni luce dai reali interessi del Paese. La politica dovrebbe essere un costante e produttivo alternarsi di visioni diverse, in cui la maggioranza e l’opposizione, pur nei rispettivi ruoli, collaborano per il bene comune. Ma ciò che dispiace è la tendenza sempre più marcata a trasformare il dibattito in una serie di invettive ad personam, svuotando di contenuti il confronto e facendo scivolare la discussione su un piano pericolosamente sterile. Invece di concentrarsi sui temi strategici, si finisce per alimentare un vortice di polemiche che non solo non produce nulla di utile, ma rischia di minare il rispetto reciproco tra le istituzioni e i cittadini.
Non è un problema di schieramenti, né di chi ha ragione o torto. Si tratta di metodo e di sostanza. La maggioranza, dopo un iniziale periodo di assestamento, pare aver trovato un proprio ritmo, e lo sta facendo con una certa efficacia, portando avanti proposte che meritano di essere analizzate e discusse. Tuttavia, ciò non sembra bastare per instaurare un confronto sereno con l’opposizione. Il punto non è tanto il disaccordo in sé, che è fisiologico e necessario in una democrazia, quanto piuttosto il fatto che lo scontro si sposti perennemente sul piano individuale, lasciando indietro le questioni cruciali. Tale ostilità e rancore rischia realmente di minare le occasioni per discutere seriamente delle riforme necessarie, della gestione del debito, della modernizzazione del settore pubblico e della competitività economica.
La politica dovrebbe allora ritornare ad essere l’arte del possibile, l’abilità di trovare soluzioni attraverso il contraddittorio, anche quando le visioni sono opposte. Al contrario, ci troviamo davanti a una politica che, in molti casi, è diventata l’arte dell’impossibile, dove il dialogo cede il passo all’ostruzionismo e al risentimento.
Un cambio di rotta è indifferibile. San Marino ha dimostrato, nel corso della sua millenaria storia, di essere capace di rispondere con determinazione e lungimiranza alle difficoltà. Tale è l’eredità che non dobbiamo dimenticare, quel senso di responsabilità che ha sempre caratterizzato le istituzioni della Repubblica.
È proprio in questi frangenti che la politica dovrebbe manifestare maturità ed essere l’espressione più alta del servizio al bene comune. Come ci insegna la nostra tradizione, la virtù sta nell’equilibrio. E mai come oggi ne abbiamo urgente bisogno.
David Oddone
(La Serenissima)