Una direttrice di una casa di riposo nell’entroterra riminese ha patteggiato una pena di due anni di reclusione, convertita in lavori di pubblica utilità, dopo un’indagine avviata nel 2018 dai Carabinieri. Questo procedimento si è concentrato su presunti maltrattamenti subiti dagli anziani ospiti della struttura.
Tre operatori socio-sanitari sono stati rinviati a giudizio per il loro coinvolgimento, mentre un quarto operatore, di 57 anni e originario del Senegal, è stato assolto dopo aver scelto il rito abbreviato. Quest’ultimo era accusato di esercizio abusivo della professione e abbandono di persone incapaci, aggravato dalla morte.
Ulteriori indagini hanno visto la posizione di altri indagati essere separata dal processo principale. Le indagini erano state attivate dopo una segnalazione del medico di famiglia referente della casa di riposo, che aveva evidenziato condizioni di maltrattamento. Stando agli inquirenti, gli anziani avrebbero subito atti di violenza sia fisica che psicologica, inclusi episodi di trascuratezza, come il ricovero in letti con lenzuola sporche e l’abbandono anche dopo gravi infortuni.