Alice Parma: “Nella Finanziaria ennesimo gioco delle tre carte del governo: la realtà è che il finanziamento per la Sanità in rapporto al Pil è il più basso degli ultimi 15 anni, che non c’è traccia del Piano straordinario di assunzioni di medici e infermieri (ne sono prossimi alla pensione ben 130.000) e delle liste d’attesa. In compenso aumentano le risorse per il privato e vengono stanziati più milioni per le convenzioni con lo stesso che per gli stipendi di infermieri e medici, cui, con le briciole stanziate, arriveranno fra i 7 e i 17 euro in più al mese. Il 20 novembre saremo al loro fianco nello sciopero nazionale”
“Sulla sanità assistiamo, purtroppo e a spese dei cittadini, all’ennesimo gioco delle tre carte di questo Governo, che annuncia stanziamenti mirabolanti su tutto, ma, al tirar delle somme, fa arrivare solo briciole. Quando arrivano. Dopo il bluff del decreto sulle liste di attesa ecco quello ancora più grande e grave della manovra finanziaria depositata ieri alla Camera: nei Paesi Ocse il finanziamento della sanità si misura non in valore assoluto ma in percentuale sul Pil e il miliardo e 300 milioni di euro sul 2025 (che si aggiunge agli 1,2 miliardi già previsti dalla legge di bilancio dello scorso anno) rappresentano il punto più basso degli ultimi 15 anni. Sulle risorse che andranno a medici e infermieri bisogna infatti detrarre le tasse e si arriva così vicino al misero 0,4% del Pil che il Governo ha comunicato a Bruxelles come aumento netto della spesa sanitaria, altro che i 3 milioni promessi dal ministro alla Salute Orazio Schillaci! In compenso, viene ammesso, questo sì, che non ci saranno assunzioni di medici e infermieri, rimandate alla prossima finanziaria, ma si aumenta la spesa pubblica a favore della sanità privata con un provvedimento che per ampliare l’offerta punta sugli specialisti ambulatoriali convenzionati, sul privato accreditato e sul lavoro flessibile mettendo sul piatto 184,5 milioni di euro per i prossimi due anni destinati soprattutto alla sanità privata di Lombardia e Lazio. Il 20 novembre saremo al fianco dei medici che, oltre a fare uno sciopero nazionale di 24 ore, scenderanno in piazza per manifestare contro quello che è sempre più un evidente piano di smantellamento del Servizio Sanitario Nazionale”. Così la candidata consigliera regionale del Partito Democratico Alice Parma, ex sindaca di Santarcangelo che negli ultimi anni ha rivestito il ruolo di vice presidente della Conferenza Territoriale Socio Sanitaria.
“Un miliardo e 300 milioni non sono neanche la metà dei fondi necessari per tagliare le liste d’attesa e assumere nuovo personale sanitario, che, fra l’altro, non è come detto neppure previsto visto che in manovra si è persa traccia del piano straordinario di assunzioni e dello sblocco del tetto di spesa per il personale che impedisce alle Regioni di effettuare nuove assunzioni e favorisce il subappalto dei turni scoperti ai cosiddetti ‘gettonisti’ a costi maggiorati per la sanità pubblica. Per le nuove assunzioni viene prevista la sola programmazione da parte delle Regioni del piano di assunzioni rinviandolo al 2026” incalza Parma, snocciolando anche alcuni numeri: “Molte attività sanitarie sono in stato di crisi perché mancano le sufficienti risorse professionali. Tenendo conto anche della progressione delle fughe dal pubblico e dall’andata in pensione nei prossimi anni di 100.000 infermieri (25% del totale a regime) e oltre 30.000 medici servono risorse importanti, ma per l’aumento dell’indennità per i medici e in particolar modo per quelli che lavorano in pronto soccorso, per gli infermieri e le altre professioni del comparto, sono stati stanziati appena 150 milioni: tradotto, tenuto conto delle tasse, fanno 17 euro netti per i medici e 14 per i dirigenti sanitari, mentre nelle tasche degli infermieri arriverebbero circa 7 euro. Briciole, come detto”.
Per poi concludere. “La sanità è al primo punto della nostra agenda amministrativa e lottiamo quotidianamente per il mantenimento dei servizi nelle aree interne, per i medici di base, la medicina di prossimità, nuove per Case di Comunità, Ospedali di Comunità, CAD, ADI, residenza e Hospice e vediamo invece stanziare risorse in questo caso davvero in più per il “privato”: in Lombardia e in altre Regioni sono già state affidate le gestioni di Case della Salute a Fondazioni, Associazioni e Cooperative ed è evidente che sia questo il piano del Governo. Lo contrasteremo in ogni modo”.