Forlì, 25 nov. “A scanso di ogni equivoco preciso che la Lega è la forza politica che più in concreto si è battuta in Italia per contrastare la violenza contro le donne. Il 2019 è stato l’anno della svolta con l’approvazione della legge 69/2019, nota come ‘Codice Rosso’, una pietra miliare nell’ordinamento italiano a tutela delle donne abusate che io stesso, da sottosegretario alla Giustizia, ho sostenuto con grande determinazione. Da allora il centrodestra non si è fermato. Tra i successivi provvedimenti per la tutela delle vittime di violenza ci sono la legge 122/2023, fortemente appoggiata dalla senatrice leghista Giulia Bongiorno, e la legge 168/2023 su iniziativa del Governo che prevede altri importanti passi a favore delle persone più deboli e a rischio. Si tratta di norme concrete che puntano alla tempestività dell’azione di contrasto, all’aumento delle sanzioni, all’omogeneizzazione dell’applicazione delle misure previste e, molto importante, alla prevenzione e all’educazione. Non intendo citare qui i numeri che dovrebbero sempre essere maneggiati con cura per dare risultati scientificamente corretti. Mi limito a riportare il dato desunto dall’Istat che in Italia, nel 2023, i veri e propri ‘femminicidi’ sarebbero in diminuzione, pur considerando che dietro ogni numero c’è comunque una persona e anche una sola vita spezzata è di troppo. Le denunce di maltrattamenti, invece, sarebbero in aumento: un dato da poter interpretare anche come un successo delle normative citate che consentirebbero l’emersione di questi delitti e, contestualmente, testimonierebbero un’accresciuta fiducia nei percorsi della giustizia e negli organismi di sicurezza”. Così in una nota il deputato Jacopo Morrone, segretario della Lega Romagna. “Avanti quindi di questo passo, auspicando anche il superamento di certe iniziative estemporanee e di scarsa diffusione assunte da molte amministrazioni locali e da associazioni in vista del 25 novembre (Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne), per promuovere progetti di educazione e sensibilizzazione inseriti in contesti che forniscano una lettura oggettiva e autentica del fenomeno e che, soprattutto, riescano ad intercettare le ricadute negative nella nostra società derivanti dall’ormai massiccia presenza di comunità religiose e culturali importate, dove permangono inalterati inaccettabili dogmi patriarcali e dove violenze e dominio assoluto sulle donne sono la regola. Parte da queste considerazioni, infine, la mia totale critica ad alcune associazioni ultra-femministe che per pregiudizio ideologico travisano la realtà senza alcuna proposta percorribile, rischiando addirittura ricadute negative per le stesse donne. Bruciare, come è accaduto, l’immagine del ministro Giuseppe Valditara, reo di aver espresso un’opinione consolidata che delegittima le narrazioni dei collettivi femministi, è un’espressione di estrema violenza che contraddice le istanze ‘pacifiste, non violente’ del femminismo più autentico. E non è un caso se quanto espresso dal ministro è stato ideologicamente travisato anche da opinionisti e media della sinistra radical, sempre più lontani dalla società reale e dai fenomeni che la investono, nonostante siano studiati ormai da anni dagli scienziati della psicologia sociale e della sociologia”.
Ufficio Stampa Lega Romagna